Disabile pestato a sangue:
«Mio fratello ha bisogno di aiuto»

Disabile pestato a sangue «Mio fratello ha bisogno di aiuto»
Disabile pestato a sangue «Mio fratello ha bisogno di aiuto»
di Vincenzo Ammaliato
Domenica 3 Novembre 2019, 20:19 - Ultimo agg. 4 Novembre, 06:17
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 Al Villaggio Coppola, il quartiere di Castel Volturno dove viveva per strada da circa un anno, e dove era diventato popolare, lo pensavano in tanti: «A breve, o gli succede qualcosa di grave, oppure potrebbe essere lui a fare del male a qualcuno». È stata la prima condizione a verificarsi, quella che ha spedito direttamente in un letto del pronto soccorso dell’ospedale di Sessa Aurunca il protagonista di questa amara storia, che chiameremo col nome di fantasia Adamo.

Ricoverato in stato di sedazione per le numerose, troppe, ferite provocate da un pestaggio subito da un gruppo di ignoti balordi, Adamo appena si riprenderà sarà trasferito nel Rems di Ceccano, l’ospedale psichiatrico dove la famiglia che risiede a Terracina da tempo sperava fosse accolto, ma invano. Per lui parlano chiaro le patologie di cui soffre da tempo: Schizofrenia, atteggiamenti borderline e dissociazione sociale. «Tuttavia – denuncia la sorella - le istituzioni, soprattutto quelle che dovrebbero prendersi cura dei soggetti con disturbi psichici, se ne infischiano delle leggi e violano i diritti degli ammalati. Sono due anni che chiedo una mano per mio fratello, che ha necessità di essere preso in cura da chi può seguirlo in modo adeguato. Ma ho prodotto solo una serie di denunce nei confronti di tutte quelle strutture sanitarie che avevano l’obbligo di curarlo e non lo hanno fatto. Se mio fratello adesso è in questa condizione pietosa nel letto dell’ospedale di Sessa, è anche colpa loro».

La cartella clinica di Adamo, spiega ancora la sorella, è un rapporto horror. Sul corpo del disabile 35enne hanno infierito più persone a calci e pugni, e non solo questo. In più parti del corpo ci sono sia chiari segni di scottature provocate quasi certamente dallo spegnimento di sigarette sulla pelle, sia ferite provocate da morsi di cane. «Dal Villaggio Coppola – spiega la sorella di Adamo – mi hanno detto più persone che i delinquenti del pestaggio hanno aizzato contro mio fratello anche un Pit Bull. Come è possibile una tale cattiveria, perché tanto sadismo? Mio fratello era instabile e doveva essere curato, ma non meritava tutto quello che ha subito al Villaggio Coppola in quest’ultimo anno».

I carabinieri che seguono il caso confermano che il giovane è stato aggredito più volte; peraltro, sempre da ignoti. Ma in questo caso c’è un procedimento aperto e probabilmente potrebbe essere individuato anche qualche componente del gruppo di balordi. Ma effettivamente cosa ha scatenato tanta rabbia su un disabile? Probabilmente la circostanza che il 35anni, talvolta, quando gli capitava di incrociare qualche gruppo di ragazze, aveva atteggiamenti libidinosi. La sorella non nasconde la rischiosa tendenza di Adamo, ma spiega di aver scoperto e segnalato alle autorità un account Instagram creato da poco per il fratello, dove sono caricati video in cui si vedono giovani prendere in giro e deridere Adamo. 
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