Avellino, uccide la figlia e si suicida: «Era malata, i due litigavano spesso»

A sparare con una pistola è stato il padre

Avellino, uccide la figlia e si suicida: «Era malata, i due litigavano spesso»
Avellino, uccide la figlia e si suicida: «Era malata, i due litigavano spesso»
di Riccardo Cannavale
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 23:00 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 07:09
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«Non ho più la mia Alessandra». L’urlo straziante di mamma Maria rompe il silenzio di un pomeriggio freddo e soleggiato alla periferia di Avellino. Due corpi senza vita, padre e figlia, riversi al suolo in quell’aia, antistante la loro villetta immersa nella campagna alle porte del capoluogo irpino, in cui i due avevano vissuto tanti momenti di svago. Ma ultimamente anche di tensione. Costantino Mazza, 63 anni, secondo una prima ricostruzione effettuata dagli inquirenti, avrebbe fatto fuoco con la sua pistola, che deteneva legalmente, contro la figlia Alessandra di 35 anni, uccidendola, prima di rivolgere l’arma contro di sé e togliersi la vita. Una vita che, deve aver pensato in quei drammatici attimi, non valeva più la pena di vivere. Per entrambi.

Alla base delle tensioni, i disturbi che attanagliavano la 35enne da qualche tempo. Tra padre e figlia, secondo le testimonianze raccolte, i rapporti sarebbero diventati sempre più tesi. La giovane da qualche tempo aveva manifestato disturbi psichici, crisi depressive, che le provocavano repentini cambi di umore. Proprio il suo stato, probabilmente, sarebbe stato alla base dei continui contrasti e dei dissapori venutisi a generare con il padre. L’omicidio-suicidio si è consumato nel primo pomeriggio, poco dopo ora di pranzo, alla frazione Bosco dei Preti, una zona collinare poco lontano dalla strada statale che conduce al centro di Avellino e dal casello autostradale della Napoli-Canosa

La tragedia è avvenuta mentre in casa, oltre al papà e alla figlia, c’era anche la mamma della ragazza, rimasta comprensibilmente sotto choc. È stata lei ad allertare le forze dell’ordine dopo aver sentito gli spari. La coppia, oltre alla ragazza, ha anche un altro figlio, trasferitosi qualche anno fa in Venezuela.

L’uomo e la ragazza si trovavano sotto il pergolato all’esterno dell’abitazione. Probabilmente per l’ennesima discussione. Proprio sotto quel pergolato, illuminato da un sottile raggio di sole, sono stati rinvenuti, a poca distanza, i due corpi senza vita. Cosa abbia scatenato la follia dell’uomo lo dovranno stabilire ora gli investigatori che hanno avviato tutti gli accertamenti del caso. 

Costantino Mazza era molto conosciuto ad Avellino per la sua attività di idraulico. Era stato dimesso qualche giorno fa dall'ospedale dove era stato sottoposto a un intervento di appendicectomia. La notizia si è rapidamente diffusa nel piccolo rione periferico del capoluogo irpino dove ci si conosce un po’ tutti e la solidarietà di vicinato è un valore solido e diffuso. La tragedia ha sconvolto però l’intera città. Perché la ragazza aveva tantissimi amici che, increduli, si sono riversati sul luogo in cui si è consumato l’omicidio-suicidio, sperando non trovasse conferma quel tam tam che immediatamente è scattato tra conoscenti e familiari. 

Da anni la giovane lavorava come estetista e parrucchiera a domicilio. Di recente aveva trovato lavoro presso un salone ad Atripalda, un impiego che le garantiva una maggiore stabilità. Non abbastanza, però, evidentemente da aiutarla a superare il suo disagio interiore. Evidentemente quei disturbi che saltuariamente si ripresentavano si erano insinuati in maniera irreversibile. La 35enne, secondo quanto raccontato da amici e familiari, pare seguisse uno specifico piano terapeutico per provare a contrastare quell’altalena di disturbi che non la facevano stare tranquilla. Amante degli animali, appena ieri mattina aveva postato una foto su Instagram in cui dava da mangiare, come faceva ogni giorno, alla sua asina Margherita. Le indagini in corso sono coordinate dal pm del Tribunale di Avellino, Luigi Iglio, giunto sul posto insieme con il vicequestore Gianluca Aurilia, capo della Squadra Mobile. Disposti i primi esami esterni sui corpi delle vittime affidati dal magistrato al medico legale, Carmen Sementa. 

L’incredulità è il filo conduttore delle poche parole che le tante persone accorse sul luogo della tragedia riescono a proferire. Ma sono sufficienti a restituire un contesto in cui nessuno avrebbe mai immaginato un così tragico epilogo. Una vicina di casa, tra le prime a raggiungere l’abitazione dei Mazza, ha la voce rotta dal pianto. «Non è possibile...», dice. Gli amici di Alessandra non si danno pace. 

«Proprio ieri, nella tarda mattinata, era venuta al mio negozio - racconta una giovane di Avellino, che ha incontrato la 35enne a poche ore dalla morte - eravamo molto amiche. Mai avrei immaginato di non rivederla più. Ultimamente era spesso nervosa e litigava con il papà. Ma era una bravissima persona, piena di vita e di entusiasmo». Tutti descrivono Alessandra come una ragazza dal carattere solare, amica di tutti e dalla battuta pronta. «Aveva uno sguardo un po’ abbattuto - racconta l’amica - Così le avevo chiesto se andasse tutto bene e mi aveva risposto di sì. Quindi ho pensato che potesse dipendere dai farmaci». Per Pietro Bianco, psichiatra ed ex primario del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Avellino «la disperazione e lo scoramento di chi è vicino a persone con disturbi dell’umore può portare a simili tragedie».

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