Fiamme al Macrico, i mezzi dei pompieri non possono entrare: il rogo domato nel cuore della notte

Il mezzo dei vigili del fuoco bloccato al di fuori dell'area teatro del rogo
Il mezzo dei vigili del fuoco bloccato al di fuori dell'area teatro del rogo
di ​Andrea Ferraro
Domenica 7 Febbraio 2016, 17:02
3 Minuti di Lettura
Un incendio all’interno del Macrico, fiamme visibili dai balconi dei condomini che affacciano su via Sud Piazza d’Armi, un colonna di fumo visibile anche dai colli Tifatini e dal borgo di Casertavecchia, la centrale operativa del 115 «impazzita». Ma per i vigili del fuoco domare le fiamme è stata un’impresa impossibile. Perché impossibile è risulatato il tentativo di entrare con i mezzi di soccorso all’interno dell’area dell’ex Magazzino centrale ricambi mezzi corazzati dell’Esercito, che si estende su una superficie di oltre 324mila metri quadrati, e di proprietà dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero. 
Una situazione paradossale. La vegetazione incolta, infatti, ha reso impossibile l’ingresso dei mezzi. E anche aprire due dei tre varchi ha richiesto del tempo; il terzo, quello distante pochi metri dal Monumento ai Caduti, di piazza IV Novembre, non è stato aperto perché lì i mezzi, a quanto pare per la presenza di alberi spezzati finiti sull’asfalto, non sarebbero mai potuti passare. E questo mentre le fiamme guadagnavano metri, divorando quanto di infiammabile era presente in uno stabile a due livelli (si è poi scoperto che c’erano dei rifiuti), e lambivano gli alberi. Fiamme che, ancora una volta, legittimano le testimonianze dei residenti in merito alla presenza nell’area di clochard e sbandati, abili nell’accedervi scavalcando il muro (lì dove non c’è più il filo spinato) e i cancelli, nonostante siano chiusi con sbarre e lucchetti.
Manca ancora qualche minuto alle 19,30 quando al centralino del comando provinciale dei vigili del fuoco arrivano le prime telefonate. Il bagliore delle fiamme può essere notato solo in via Sud Piazza d’Armi. Il timore è che l’incendio possa aggredire in pochi minuti la vegetazione e creare problemi anche alle vicine abitazioni. È qui che i caschi rossi arrivano in pochi minuti nonostante i disagi creati dalla sosta selvaggia. Ma subito ci si rende conto delle difficoltà. Si sale sul muro perimetrale per capire cosa sta andando in fumo e soprattutto per rendersi conto di come accedere nell’area. Viene addirittura contattato Pio Del Gaudio, l’ultimo sindaco prima del commissariamento. A rendere noto il particolare è lo stesso ex primo cittadino, ieri fuori città. Il suggerimento, in attesa che si riesca a contattare qualcuno dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero, è di provare ad accedere dal varco di via Medaglie d’oro, poco distante dallo stadio Pinto e dalla ex caserma Sacchi, oggi sede di uffici comunali. Sul posto arrivano anche pattuglie della polizia municipale e dei carabinieri. Il varco viene forzato ma ruggine e vegetazione incolta nel corso degli anni sono diventati padroni della porta carraia. Ma anche se si riuscisse a entrare per i mezzi di soccorso sarebbe un’impresa arrivare a destinazione lungo i percorsi che attraversano la vasta area. La vegetazione incolta (l’ultima pulizia risalirebbe a qualche mese fa) lo impedisce. Così tre vigili del fuoco s’incamminano a piedi facendosi luce con le torce. Dopo una decina di minuti arrivano nello stabile interessato dall’incendio. All’interno non c’è più nessuno. Si torna indietro, perché nel frattempo sono arrivati due rappresentanti dell’Idsc. Hanno le chiavi degli altri due varchi, ma uno è inutile aprirlo, mentre l’altro, in via Sud Piazza d’Armi, presenta le stesse difficoltà di quelle incontrate in via Medaglie d’oro. Qui i caschi rossi utilizzano un flex per rompere il lucchetto, la cui serratura, si scopre, è piena di colla. I vigili tornano a incamminarsi lungo i viali, la strategia è quella di controllare a distanza l’incendio e attendere che si estingua da solo. Si va avanti così  e nel cuore della notte l'incendio viene domano. Durante le operazioni di spegnimento, l’area è monitorata dall’esterno da squadre di pompieri. Con una termocamera ci si assicura che non ci sono vittime.
Adesso, si riaprirà il dibattito sul futuro dell’area e dei progetti in cantiere, tra cui quello della realizzazione di un Parco dell’aerospazio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA