Baia Domizia: il giallo del prof ucciso, sequestrati telefoni e pc

Nuove perquisizioni dei carabinieri

L'omicidio del prof Pietro Caprio
L'omicidio del prof Pietro Caprio
Marilu Mustodi Marilù Musto
Martedì 7 Novembre 2023, 08:56 - Ultimo agg. 22:16
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Il giallo s'infittisce. Il movente del prestito di denaro potrebbe non essere l'unico nelle mani degli inquirenti: il delitto del professore Pietro Caprio, 58 anni, nasconde ben altro. Lo dimostrano le nuove perquisizioni eseguite ieri a Cellole dai carabinieri di Sessa Aurunca. Sono stati sequestrati due telefoni cellulari della vittima, mentre sono proseguiti alcuni interrogatori di persone informate dei fatti durante la notte appena trascorsa. Da un lato gli indizi, dall'altro il presentimento che manchi un pezzo di puzzle. Al centro, c'è il rebus del cadavere del docente di educazione fisica (in servizio a Minturno) trovato carbonizzato sabato 4 novembre in via Pietre Bianche a Cellole, in località Baia Domizia, in una zona definita dagli abitanti "il pantano". Si scava nella vita privata del docente: un delitto efferato con modalità che riconducono a una vendetta non può nascondere solo un vecchio rancore legato al denaro.

Questo è il sospetto che, come un tarlo, si fa spazio fra le ipotesi degli inquirenti del palazzo di giustizia di Santa Maria Capua Vetere, con a capo Pierpaolo Bruni.

Anche il parroco della città di Cellole, nei giorni scorsi, ha tuonato: «I processi imitativi delle modalità mafiose si stanno sdoganando in quelle che sono le normali relazioni familiari e amicali per effetto di una propaganda mediatica della violenza come normale, idiota, bruta maniera di risolvere i conflitti». Dunque, modalità mafiose per un omicidio concepito per ragioni che non si conoscono. Ciò che è certo è che il giorno dopo la macabra scoperta, i carabinieri di Sessa Aurunca hanno fermato un uomo di 82 anni, Angelo Gentile, incensurato, ora accusato di omicidio con l'aggravante della crudeltà e distruzione di cadavere. L'anziano ha spiegato agli inquirenti, in maniera piuttosto confusa, di aver contratto un debito con Caprio nel 2002 per "salvare" il negozio del figlio, estinguendo l'ultima rata di un possibile prestito "a strozzo" a settembre, ma ha negato con forza di aver ucciso il professore.

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Tanto è bastato per rinchiuderlo in cella. Qualcosa sfugge agli inquirenti, però. Può un pensionato dal fisico fragile e con età avanzata uccidere un uomo di 58 con brevetto da sub, ben allenato e in perfetta forma fisica? Una spiegazione c'è: Pietro Caprio sarebbe stato colpito in volto da un proiettile di un fucile da caccia. Alcuni minuti dopo il suo cadavere bruciava insieme alla carcassa dell'auto, mentre la telecamera inquadrava l'uscita dal boschetto dell'anziano a bordo della Fiat Palio. Solo. Accanto all'auto della vittima sono state trovate tracce di benzina. I carabinieri di Sessa Aurunca e del comando provinciale di Caserta - coordinati dal colonnello Manuel Scarso - sospettano che sul luogo dell'incontro, il 3 novembre (è stato accertato che l'omicidio sia avvenuto nel pomeriggio) ci fossero altre persone ad attendere l'anziano e il prof. Persone entrate nella radura da un altro lato della strada che non rientra nell'orbita della telecamere. I telefoni cellulari della vittima, sequestrati dai militari, un Huawei e un Iphone 8, ma anche un computer portatile in uso al prof, potrebbero fornire la chiave di lettura. Intanto, Angelo Gentile, l'ex operaio di una fabbrica di Carano di Sessa Auruca, unico sospettato per ora, oggi dovrà sottoporsi all'interrogatorio del gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. L'appuntamento in carcere è fissato alle ore 12. Sarà assistito dal suo legale di fiducia, l'avvocato Gabriele Gallo. Il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se convalidare o meno il fermo dei pm a carico del pensionato. 

 

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