L'assassino del prof Caprio incastrato dalle telecamere

Angelo Gentile, 82 anni, pensionato con nessun precedente penale, è stato fermato

L'auto dove è stato bruciato il prof Caprio
L'auto dove è stato bruciato il prof Caprio
Marilu Mustodi Marilù Musto
Lunedì 6 Novembre 2023, 08:12 - Ultimo agg. 20:00
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Un solo colpo di fucile ha ucciso l'insegnante Pietro Caprio. A ridurre in cenere il suo cadavere - per cancellare le prove - sarebbe stato un ex operaio di una fabbrica di Sessa Aurunca in pensione. La svolta del "giallo" di Baia Domizia c'è stata nella notte. Angelo Gentile, 82 anni, pensionato con nessun precedente penale alle spalle è stato fermato. Oggi si attende la convalida del fermo da parte del gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. A incastrarlo sono stati i due fucili nascosti in casa, corredati da una cartucciera ben fornita, e le telecamere pubbliche.

L'unico colpo mancante dalla cartucciera e le immagini di due telecamere installate dal Comune di Cellole, hanno portato i carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca, alla chiusura del "cerchio" in meno di 24 ore dalla scoperta del cadavere incenerito. Il movente dell'omicidio del prof sarebbe riconducibile a un prestito non onorato dall'anziano il quale, però, avrebbe ammesso di conoscere la vittima dal 2002. In sostanza, Pietro Caprio gli avrebbe "prestato" 10mila euro la cui ultima rata di estinzione risale a settembre. Un debito che nessuno della famiglia ipotizzava, stando al racconto del pensionato.

La difesa, però, è stata insistente: «Non mi ha mai fatto pressioni nè mi ha fatto minacce, mai alcun problema, ho pagato come ho potuto e quando ho potuto. Perché avrei dovuto ucciderlo?», ha spiegato agli inquirenti l'anziano.

Proprio il sospettato ha parlato del vecchio debito che aveva con la vittima, da lui definito «un benefattore». Da ieri mattina, il sospettato del delitto "numero uno" è rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dopo un estenuante interrogatorio durato circa quattro ore (durante la notte). È accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e distruzione di cadavere. «Non sono stato io, ero a casa», ha continuato a ripetere agli inquirenti Angelo Gentile, nonostante le sue dichiarazioni fossero in apparenza contraddittorie. La firma sul provvedimento di fermo è dei pm Chiara Esposito e Gionata Fiore della procura sammaritana. Accompagnato in caserma dal suo avvocato, Gabriele Gallo, l'indagato avrebbe anche ipotizzato che chiunque avrebbe potuto prendere la sua autovettura venerdì mattina. La perquisizione nella sua abitazione di poche ore prima, però, non hanno lasciato alcun dubbio.

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Angelo Gentile aveva in casa due fucili con regolare "porto d'armi" per la caccia, ma il permesso era scaduto da circa di dieci anni. Il tragitto per giungere a lui è stato chiaro. L'inchiesta-lampo dei militari di Sessa Aurunca è partita da via Pietre Bianche, in località Baia Domizia, la mattina di venerdì, quando sarebbero state inquadrate dalle telecamere due auto che entravano in un boschetto che costeggia un campeggio: erano una Dacia Duster guidata Pietro Caprio, 58 anni, e una Fiat Palio grigia con alla guida l'ottantaduenne Angelo Gentile.
Dopo due ore, circa, però, le telecamere hanno registrato l'uscita dalla radura di una sola vettura, quella dell'anziano. Le altre immagini hanno restituito anche il volto del pensionato alla guida della macchina. Ora si cerca di capire se qualcuno avesse intuito ciò che aveva appena fatto oppure no. In sostanza, si cercano anche dei presunti complici.

Intanto, gli amici e i parenti ricordano la vittima, il prof Capiro, con alcuni post sui social network. Della sua vita si conosce ogni passaggio: in estate lavorava come bagnino in alcuni stabilimenti balneari di Baia Domizia; aveva il brevetto di maestro di salvamento della "federazione italiana nuoto" e anche quello di scuba driver. La famiglia era molto impegnata nell'organizzazione del carnevale a Cellole, al punto che la madre pare vestisse ogni anno gli abiti di "regina del Carnevale". Ora per lui resta il lutto.
 

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