La rivelazione dell'ex sindaco: «Pagai il pizzo al clan»

La rivelazione dell'ex sindaco: «Pagai il pizzo al clan»
La rivelazione dell'ex sindaco: «Pagai il pizzo al clan»
di Marilù Musto
Sabato 5 Maggio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 12 Giugno, 14:32
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Casapesenna. Pagò il pizzo alla camorra, ma non denunciò. Questa è confessione di un sindaco che nel 2010 consegnò nelle mani del suo barbiere di fiducia duemila euro in contanti. Quel barbiere era il tramite fra la camorra e le istituzioni, messo lì dal clan per non insospettire, non attirare le forze dell’ordine. Il racconto non è di un sindaco qualunque, ma di Fortunato Zagaria, l’ex primo cittadino che ha retto le sorti di Casapesenna dal 1998 fino al 2008.
E Casapesenna è la città-fortino del boss Michele Zagaria, latitante nel periodo del lungo mandato del sindaco Fortunato. È anche il paese dove ora un nuovo sindaco vive sotto scorta. La rivelazione di Fortunato Zagaria è avvenuta a in tribunale, ieri mattina. Ad ascoltarla, il pubblico ministero della Dda di Napoli Maurizio Giordano e gli avvocati difensori dell’ex fascia tricolore, Giuseppe Stellato e Paolo Trofino, basiti allo stesso modo del pubblico che c’era in aula. Perché nessuno si aspettava tanto. La deposizione dell’ex primo cittadino, ora imputato, è stata interrotta per essere poi ripresa a giugno. Ma quel poco che ha raccontato è bastato per far saltare dalla sedia i magistrati: «Nel 2010, quando ero sindaco di Casapesenna, diedi seguito ad una richiesta estorsiva del clan e pagai duemila euro - ha dichiarato al microfono - versai quei soldi attraverso il barbiere». In quel salone il sindaco Zagaria si recava tutte le mattine e proprio lì dentro il clan gli faceva recapitare «pizzini» con minacce; in uno dei messaggi, ha ricordato l’imputato, c’era scritto: «Sappiamo dove i tuoi figli vanno a scuola».
In un altro: «Ti bruceremo la villa di Baia Verde», che «era poi quella di mio fratello» ha precisato. Frasi, episodi, circostanze ora nelle mani della Dda che dovrà riscontrare. Chi era il barbiere? Tutti se lo domandano adesso mentre l’ex primo cittadino cerca di difendersi dalla accuse. Nel processo risponde di violenza privata nei confronti del suo successore, l’ex sindaco Giovanni Zara, ma anche di concorso esterno in associazione mafiosa. Ieri ha spiegato di «non aver mai denunciato all’autorità giudiziaria né questo episodio né altre minacce» pervenute direttamente dal clan dei Casalesi mentre era in carica. «Avrei potuto cavalcare questa cosa come altri politici - ha proseguito - ma non l’ho fatto». L’ex amministratore, che in totale ha governato a Casapesenna dal 1998 al 2008 e dal 2009 al 2011, quando fu arrestato proprio in seguito alla denuncia di Zara, ha poi negato di aver incontrato Michele Zagaria.
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