Maddaloni, zona Zes, via libera al primo cantiere: lavori a scalo merci e strade

Finanziata la bretella di collegamento con l'autostrada grazie ai fondi della Regione. Corbo: Corbo: «Finalmente la rivoluzione viabilità pesante»

La strada
La strada
di Giuseppe Miretto
Martedì 2 Aprile 2024, 06:39
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Sorpresa: aprono subito i cantieri per il collegamento tra l’Interporto Sud Europa, lo scalo merci ferroviario Maddaloni-Marcianise, e le strade urbane ed extraurbane. Se la “Zona Zes”, con le infrastrutture annesse, è subordinata alle decisioni del ministro Fitto, la Regione intanto investe 20 milioni di euro per rifare le strade di accesso. «È una rivoluzione certa - annuncia Nicola Corbo, assessore ai Lavori pubblici - perché, con 27 anni di ritardo, si separerà il traffico veicolare pesante da quello urbano, dei pendolari e addirittura dei trattori delle aziende agricole. È la fine di un’arretratezza infrastrutturale senza pari a livello nazionale».

Innanzitutto, sarà decongestionata la vecchia via Ficucella, provinciale intasata e inadeguata, grazie alla costruzione del nuovo “Gate dell’Interporto” (collegamento diretto con il casello sull’A30, che sarà inaugurato a settembre) e alla chiusura del “Varco Ficucella”.

Secondo, sarà ampliata via Carrarone, iI tratto che, attraversando l’A30 Caserta-Salerno, aprirà un nuovo varco, totalmente dedicato al traffico pesante, tra l’area Interporto e provinciale 335 (ex statale 265). Grazie alla riqualificazione di una strada interpoderale, di difficile scorrimento, sarà possibile realizzare pure il raccordo di ingresso e il nuovo chilometro zero del futuro corridoio Caserta-Benevento. C’è già l’intesa tra Comune e Anas.

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«Quando l’opera sarà realizzata - commenta e denuncia Pasquale Vigliotta (portavoce del comitato per la sicurezza della ex statale 265) - festeggeremo la liberazione perché adesso, tra Maddaloni e Valle di Maddaloni, un traffico pesante degno di un’autostrada viaggia su vecchie statali dismesse costruite negli anni ’60. Oltre ai disagi quotidiani, si corrono rischi enormi. Secondo Polstrada, è la terza arteria per tasso di incidenti e mortalità della provincia. Non basta: serve anche un adeguamento del raccordo con la Superstrada Fondo Valle Isclero».

Ma non c’è sviluppo possibile senza strade adeguate. Così, aspettando la “Zes unica del Mezzogiorno”, si spendono con certezza soldi della Regione. Si attende ancora invece per il piano di investimenti per la realizzazione del “raccordo anulare” della piattaforma logistica che è articolato in tre bretelle: quella di accesso diretto all’hub merci che sta costruendo Rfi; quella di connessione tra via Ficucella e il nascente casello sull’A30 e il completamento del collegamento diretto veloce Marcianise-Maddaloni. Sui ritardi si registra una dura contestazione dei sindacati dei trasporti (Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uilt-Uil): «Il gap infrastrutturale è imputabile anche alla mancanza di lungimiranza degli imprenditori del territorio. Oggi, si circola ancora su strade prive di segnaletica verticale e orizzontale, di pavimentazione adeguata e persino di illuminazione. Un degrado insostenibile». Il pressing si è trasformato in un vertice con Luca Cascone, presidente della commissione Trasporto della Regione. «Abbiamo documentato - spiega Angelo Lustro (segretario regionale della Filt-Cgil - che questa situazione è un freno allo sviluppo e ha un costo sociale insostenibile. La Zes è uno strumento per fare impresa. Intanto, si facciano le strade per la sicurezza di operatori e cittadini».

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