Provinciali, cinque liste ma spaccatura nel Pd Il gran ritorno dei partiti

Il consiglio provinciale
Il consiglio provinciale
di Luisa Conte
Martedì 21 Novembre 2023, 08:32
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I giochi sono fatti. Ieri mattina sono state presentate, come previsto, 5 liste per il rinnovo del consiglio provinciale. Sono 61 gli amministratori che si contendono le 16 poltrone del parlamentino casertano. Ai nastri di partenza 9 sindaci e 26 donne con ben 4 consiglieri comunali del capoluogo candidati che dovranno dividersi i voti. La cifra caratterizzante questa competizione sembra, però, essere un'altra: i partiti ci sono. Pur essendo di secondo livello, pur non contemplando la scelta del presidente (Giorgio Magliocca rimane in carica per altri due anni, legge permettendo), pur svolgendosi con la spada di Damocle di possibili elezioni già in primavera, questa competizione ha assunto caratteri simbolici importanti. Le formazioni politiche hanno voluto dare un segno: stop alla crisi dei partiti, evidente e condizionante durante le ultime amministrative ma dilagante già da tempo. Come se questa potesse essere l'occasione di riorganizzare le strategie dei vari gruppi in campo. Certo non sono mancati problemi organizzativi e neppure momenti di tensione, ma alla fine tutti si sono presentati e ora tutti vogliono essere presenti.

In questo quadro si iscrive la presenza della lista "Prima per la Provincia di Caserta" dove la parola "Prima" identifica la Lega.

La formazione salviniana è riuscita, all'ultimo minuto, a trovare l'accordo interno. Complice, probabilmente, anche il cambio di guardia a livello regionale (con Claudio Durigon che ha preso il posto di Grant, impegnato per le Europee), il deputato Gianpiero Zinzi e il coordinatore provinciale Salvatore Mastroianni si sono seduti intorno a un tavolo e hanno messo insieme una formazione di dieci nomi. Pochi? No se si considerano i tempi brevi ma soprattutto il fatto che si punta a eleggere al massimo due amministratori. A dare man forte a questa formazione la consigliera regionale Maria Luigia Iodice, che per prima ha creduto nel progetto condiviso con Zinzi.

E come poteva mancare il simbolo di Fdi. La bandiera della Meloni è presente con 12 candidati. Marco Cerreto ci ha lavorato fino all'ultimo minuto dopo aver risolto l'impasse del congresso, dove ha ceduto il posto di coordinatore al collega Gimmy Cangiano. Anche in questo caso la volontà di rappresentare un'alternativa all'attuale formazione presente nel consiglio provinciale è stato il motore trainante della scelta di scendere in campo. Mentre per mantenere lo status quo dell'Ente ha lavorato il consigliere regionale Giovanni Zannini insieme con il suo collega di Iv Vincenzo Santangelo e Azione rappresentata in prima linea da Luigi Bosco. Questa volta il leader dei Moderati si è concentrato soprattutto, se non soltanto, su "Provincia al Centro" (unica lista con 16 nomi), lasciando "Caserta al Centro" (12 i candidati) alla deriva fino a quando non è intervenuto direttamente il presidente Magliocca, che per la verità durante i lavori di preparazione delle liste ha cercato di mantenere una posizione neutra, come richiesto dalla sua carica.

Poi il Pd che è riuscito a sperimentare il campo largo evidente anche nel simbolo che contiene le bandiere dem e del M5S. Tre i seguaci di Conte nella formazione presentata poco dopo le 9 di ieri con soltanto undici nomi. In questo caso, infatti, la mancanza di cinque candidati rappresenta una sorta di fallimento. A fallire è stato il "progetto" della Camusso di eliminare le divisioni interne al gruppo, quelle stesse che hanno portato all'ennesimo commissariamento del partito casertano dopo il flop del tesseramento. Di nomi, infatti, ne sono stati presentati tanti, ma tanti sono stati anche i veti. E a imporli non è stata la segretaria, che già aveva indicato le regole da rispettare nella presentazione dei papabili, ma in particolare una delle "fazioni" dem. Anche in questo caso, c'è stata la contrapposizione delle due anime del partito a rendere complicata la stesura della lista. Due modi diversi di rappresentare il Pd, due concezioni differenti del mondo democrat che si sono ancora una volta scontrate da lontano senza nessun confronto face to face.

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A mediare la senatrice che ha resistito anche alle "intrusioni" romane e, alla fine, è comunque riuscita a presentare undici candidati che, in un modo o nell'altro, sono espressione del composito universo Pd in Terra di Lavoro. Metà dell'opera è completa ma ora ha inizio la campagna elettorale che di certo scatenerà quel tam-tam inevitabile per garantire al proprio schieramento di ottenere più preferenze. A dover essere convinti non sono semplici elettori ma amministratori che ben conoscono le dinamiche di governo e che, in questo voto, si giocano anche possibili accordi elettorali futuri. Si vota domenica 10 dicembre dalle 8 alle 20 presso la sede della Provincia. 

 

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