Pusher ucciso dal militare il giallo versioni del killer

Interrogato il militare accusato dell'omicidio

Sull'omicidio di Aversa indaga la polizia
Sull'omicidio di Aversa indaga la polizia
di Biagio Salvati
Domenica 1 Ottobre 2023, 09:47 - Ultimo agg. 10:07
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«Dopo averlo accoltellato mi ha guardato e mi ha detto: "ma che fai, vuoi uccidermi?", era cosciente e ancora in vita. A quelle parole ho smesso di colpirlo e sono scappato. Ho saputo della sua morte solo il giorno dopo, quando ho letto la notizia cercando sul web». Ha iniziato così il suo racconto, nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere - davanti al gip del tribunale di Napoli Nord, Ilaria Giuliano - il militare dell'Esercito in servizio a Roma, Paolo Scarano, 34 anni, reo confesso del delitto dello spacciatore Paolo Menditto, 55 anni ucciso nel suo appartamento di Aversa la notte fra mercoledì e giovedì della scorsa settimana. Il magistrato, ieri, lo ha interrogato per l'udienza di convalida dell'arresto.

Scarano, assistito dall'avvocato Giuseppe Cipullo che, l'altra notte, in commissariato, aveva cercato di far desistere il militare dal rendere dichiarazioni che potessero risultare non genuine - ciò sulla base dello stato di alterazione psicofisica del 34enne sotto effetto di sostanze e alcol - è invece apparso più lucido, anche se a tratti "confuso". Davanti al gip ha spiegato anche alcuni ulteriori passaggi della terribile vicenda. Nella prima dichiarazione resa a caldo, infatti, aveva fatto verbalizzare di essere intenzionato a uccidere per gelosia anche la sua ragazza, ma non avendola trovata insieme alla vittima non lo ha fatto: ieri, però, durante l'interrogatorio ha precisato di volerla aiutare a uscire dal tunnel della droga, così come voleva fare lui stesso intenzionato ad andare a San Patrignano, mentre era nei pressi della stazione di Aversa dopo aver commesso il delitto.

Era indeciso se fuggire all'estero. Anche la madre della giovane - interrogata ieri dalla Squadra mobile - avrebbe chiesto a Scarano in alcuni messaggi di "salvare" sua figlia. In effetti, l'omicida, dopo il delitto ha avuto contatti telefonici con la ragazza, tale Mena, che lo ha più volte contattato, come risulta dal cellulare in uso allo Scarano e sottoposto a sequestro. L'interrogatorio della ragazza ha chiarito che lei non era presente al delitto. Il militare, separato e con due figli piccoli, si era follemente innamorato della giovane ed erano a tutti gli effetti una coppia. Quando si è però accorto che la sua compagna pagava con rapporti sessuali le dosi di droga che Paolo Menditto le forniva, è scivolato in una crisi profonda.

Lo ha capito accompagnando la fidanzata dal pusher il giorno prima del delitto per acquistare una dose: lei gli ha detto di aspettare giù ma, dopo oltre mezz'ora di attesa, è salito, ha bussato alla porta di Menditto e quando l'uomo ha aperto la porta, Scarano ha notato chiaramente che c'era in corso un rapporto sessuale fra i due.

Una scena che ha fatto scattare delusione e rabbia, tanto da assumere droga e alcolici. Successivamente, in preda al delirio della gelosia si è recato a casa della vittima e ha affrontato l'uomo in piena notte. Paolo Menditto gli ha aperto la porta, prima ha avuto una colluttazione e poi lo ha accoltellato con ferocia ma si è fermato prima che morisse dissanguato e per le ferite riportate». A questo punto Scarano è fuggito, ha bevuto diverse birre e ha chiamato sia l'ex moglie che la sorella confessando il delitto e chiedendo cosa dovesse fare. Le donne hanno avvertito le forze dell'ordine dopo aver appreso che il familiare si trovava nei pressi della stazione di Aversa e, dopo qualche minuto, è stato fermato e portato in commissariato ad Aversa dove è stato interrogato anche dal pubblico ministero della Procura di Napoli Nord, Margherita Lojodice.

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Le condizioni per la convalida dell'arresto ci sono tutte, vista anche la confessione, ma il gip si è riservato per la decisione. Il provvedimento potrebbe essere depositato nelle prossime ore. Si attende anche una prima relazione dell'autopsia disposta sul cadavere di Menditto: si parla al momento di 19 coltellate inferte da Scarano. Il coltello però non è stato trovato. L'accusa in base agli elementi raccolti ha contestato la premeditazione e la crudeltà. 

 

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