Fondazione Banco di Napoli, l’artista Ferri per la Pala Radolovich

L’opera del Caravaggio è al centro di uno dei più affascinanti misteri della storia dell’arte italiana

Ferri e il Caravaggio custodito a Palazzo Ricca
Ferri e il Caravaggio custodito a Palazzo Ricca
di Vincenzo Cimmino
Sabato 23 Marzo 2024, 14:51
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L’attesa è febbrile, alla Fondazione Banco di Napoli. Oggi, alle 11:30, si è tenuto un incontro riservato tra i vertici dell’istituzione napoletana e Roberto Ferri, pittore classe ’78. Il motivo? Riprodurre la Pala Radolovich. L’opera del Caravaggio al centro di uno dei più affascinanti misteri della storia dell’arte italiana.

A inizio marzo, durante la presentazione della caravaggesca Presa di Cristo, temporaneamente custodita a Palazzo Ricca, il Soprintendente Gabriele Capone aveva anticipato l’importante notizia. Da un foglio di carta all’opera d’arte. La Fondazione, di concerto con la Soprintendenza, aveva deciso di dare vita alla Pala. Serviva solo individuare l’artista capace di realizzare, come Caravaggio, l’opera.

E l’artista sembra essere stato trovato.

Oggi, dicevamo, si è tenuto l’incontro a Palazzo Ricca tra Orazio Abbamonte, Presidente Fondazione Banco di Napoli, Ciro Castaldo, Direttore Generale Fondazione Banco di Napoli, Gabriele Capone, Soprintendente archivistico e bibliografico della Campania, e il pittore Roberto Ferri.

«La Fondazione ha, tra i suoi documenti, una importante polizza che non solo attesta la presenza di Caravaggio, ma una commessa che gli fu conferita. – dichiara Orazio Abbamonte, Presidente Fondazione Banco di Napoli – La polizza ha una descrizione puntuale, analitica di questo quadro. Solo, di questo quadro, non c’è traccia. Probabilmente non è stato mai realizzato ed è venuta l’idea di investire un autore, Ferri, dell’incarico di realizzare questo dipinto del Caravaggio. È un modo di interpretare un nostro documento».

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«Banco di S. Eligio 6 ottobre 1606. A Nicolò Radolovich ducati 200». Inizia così il documento custodito nella Fondazione. Inizia così uno dei più avvincenti misteri irrisolti della storia dell’arte italiana. Protagonisti Michelangelo Merisi, il Caravaggio, e Nicolò Radolovich, ricco mercante croato, feudatario di Polignano a Mare.

Alta 13.5 palmi e larga 8.5, circa 3.5 metri di altezza per 2.2 metri di larghezza, la pala avrebbe dovuto essere pronta per il «dicembre prossimo venturo». Ancora oggi è possibile ammirare il documento originale presso ilCartastorie, all’Archivio Storico del Banco di Napoli. Lì, tra i faldoni che dal Cinquecento all’Ottocento raccontano e custodiscono un pezzo di Napoli.

«Oggi c’è stato il primo incontro con Roberto Ferri. – aggiunge Ciro Castaldo, Direttore Generale Fondazione Banco di Napoli – Ferri è un caravaggista, o perlomeno è un pittore che si ispira molto alle identità caravaggesche. L’idea della Fondazione Banco di Napoli, insieme alla Soprintendenza Bibliografica e Archivistica della Campania è quella di ricostruire un documento prezioso custodito nella Fondazione. È la commissione di Caravaggio, la famosa Pala Radolovich del 1606, che descrive un quadro mai ritrovato. Sappiamo che sono stati dati 200 ducati ma il quadro non si è mai trovato. L’idea, quindi, è ricostruire la Pala con la grande abilità di Roberto Ferri».

Una Madonna con bambino in alto, sormontati da cori di angeli. Ai loro piedi, San Domenico che abbraccia San Francesco. Accanto a loro San Vito e San Niccolò. È facile immaginarli alla “maniera” del Caravaggio, tra chiaroscuri profondi e colori magnetici. Tutto questo per 200 ducati. Probabilmente la metà della cifra totale pattuita. Una somma considerevole.

«L’iniziativa è molto bella, molto interessante. – commenta l’artista Roberto Ferri – La Fondazione è riuscita a dare il giusto rilievo all’evento. È un evento molto importante per la storia di Napoli, è la nostra storia. Ritrovare un documento così importante del Caravaggio, artista così significativo per noi, credo sia fondamentale».

«Come Soprintendente sono particolarmente contento che si realizzi questa iniziativa. – conclude Gabriele Capone, Soprintendente archivistico e bibliografico della Campania – Una iniziativa così innovativa che mette insieme una restituzione in bellezza di una testimonianza storica testimoniana. Quella della committenza di questo quadro. Un momento di valorizzazione estremamente importante di quella che è la fondamentale tenuta della documentazione archivistica della conoscenza per la conservazione della cultura».

La Caravaggio-mania a Napoli continua. Non resta che aspettare i prossimi mesi per poter ammirare una delle opere più affascinanti della storia del Merisi. Una Pala che affascina e incuriosisce da secoli. 

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