Torna a Napoli il Caravaggio misterioso: «Il territorio chiede cultura»

La Presa di Cristo è nota in due originali e quindici copi: sarà a Palazzo Ricca

La Presa di Cristo a Palazzo Ricca
La Presa di Cristo a Palazzo Ricca
di Vincenzo Cimmino
Venerdì 1 Marzo 2024, 22:39
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È Caravaggio-mania a Napoli. A distanza di pochi giorni dall’arrivo in città della Flagellazione, ecco che a Palazzo Ricca viene presentato il Caravaggio “misterioso”. È la Presa di Cristo. La versione originale rispetto alle 17 altre in giro per il mondo. E torna a Napoli dopo quasi due secoli.

 
L’esposizione a Palazzo Ricca, nella Fondazione Banco di Napoli, è in programma fino al prossimo 16 giugno. Oggi, alle ore 16, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione. La mostra segue l’anteprima al Palazzo Chigi di Ariccia. Sull’opera è stata portata avanti una grande azione di restauro e studio. Le indagini sono state effettuate mediante le più moderne tecnologie.
 
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La Presa di Cristo è nota in due originali e quindici copie. La prima versione è quella esposta attualmente a Napoli. Prima di Ariccia questo quadro era stato portato solo a Milano. Nel 1951 fece parte della celebre Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi nella città meneghina. A cura di Roberto Longhi, si tenne nel Palazzo Reale. A quello stesso anno, per quello stesso evento, risale anche l’ultimo restauro della tela. Prima l’opera era stata "ritoccata” solo sul finire dell’Ottocento. Il dipinto a Palazzo Ricca conserva ancora la sua cornice nera rabescata d'oro voluta dal Caravaggio.
 
L’opera del Merisi è stata per lungo tempo parte della collezione Ruffo. Da vent’anni è proprietà di Mario Bigetti. Con la mostra è possibile visitare anche il Museo del Cartastorie. Lì sono custoditi tre importantissimi documenti che testimoniano il legame del Caravaggio con Napoli. Si potranno infatti leggere la committenza del mercante Radolovich al Caravaggio per una pala d’altare, il pagamento per la realizzazione di Sette opere di Misericordia e, infine, un documento relativo alla Flagellazione, che un tempo di trovava nella chiesa di san Domenico Maggiore.
 
«La presa di Cristo che s’espone negli antichi locali dove sedeva il Governo del Banco e Monte dei poveri è nel novero dei dipinti del grande Lombardo, tra i più spiccatamente espressivi. – dichiara Orazio Abbamonte, Presidente Fondazione Banco di Napoli – Esso è di recente tornato al pubblico grazie all’impegno del suo proprietario, Mario Bigetti, e dei curatori di questa mostra, Francesco Petrucci e don Gianni Citro. La Fondazione Banco di Napoli, sostenendo questa mostra, ha inteso dunque offrire un momento di godibile tensione estetica per il pubblico che lo vorrà e, ad un tempo, ha voluto sospingere verso una riflessione sulla condizione dell’uomo in una fase storica durante la quale sembrerebbe che le sue componenti meno socievoli e cooperative, la componente demoniaca del suo spirito, par di prendere il sopravvento su quella eletta, che nelle forme del bello si manifesta agli umani in modi coinvolgenti ed edificanti».
 
«Il ruolo di una moderna istituzione culturale quale Fondazione ilCartastorie, nata nel 2016 per servire e meglio attuare gli obiettivi istituzionali di Fondazione Banco di Napoli, è riconnettere il significato profondo (di quanto custodito) con il proprio territorio di riferimento e con il contesto storico che le ha generate. – commenta Marcello D’Aponte, Presidente Fondazione ilCartastorie – Un dipinto del Caravaggio, La presa di Cristo, esposto nelle sale di Palazzo Ricca assieme alla vicenda napoletana del primo soggiorno del pittore lombardo presente nella documentazione degli antichi banchi pubblici napoletani, che viene proposta ai visitatori attraverso una vera e propria immersione in uno spazio dedicato del museo ilCartastorie».
 
«Quello che ho definito “segmento Caravaggio” non è solo un dato mappale e nemmeno un espediente strategico di comunicazione dell’evento. – aggiunge don Gianni Citro, Presidente Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A. – Nella mia percezione dell’iniziativa, si tratta di una trasposizione metastorica di una vicenda d’arte tra le più suggestive di tutti i tempi. Il Merisi seduce tutti, per la maniera intemperante di misurare la sua passione creatrice con la scena del quotidiano e col perimetro di una tela. In questo segmento di strada e di vita, Caravaggio ci mostra, nell’inquieta atmosfera di due capolavori, Sette Opere di Misericordia e Presa di Cristo, che morte e vita sono perennemente intrecciate, così come miseria e pietà, odio e amore e che noi tutti siamo irrimediabilmente composti dell’una e dell’altra cosa».
 
L’esposizione è a cura di Francesco Petrucci e don Gianni Citro. Hanno partecipato alla presentazione anche il Presidente della Fondazione Banco di Napoli, Orazio Abbamonte, e il Presidente del Museo dell’Archivio ilCartastorie, Marcello D’Aponte.

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