Il più grande lupanare della città aveva una sua musica e una sua danza. La Tarantella dell'Imbrecciata, quella zona del borgo Sant'Antonio Abate - poi sventrata dal piccone del Risanamento - che fu chiusa di notte da un sistema di cancellate per i suoi traffici illeciti, poteva essere semprice o cumpricata, «a seconda che vi partecipassero soltanto le donne oppure le donne e gli uomini... Munite di nacchere e tamburello, le prostitute mimano l'amplesso davanti ai clienti e ai visitatori, che per assistere alla tarantella cumpricata devono farsi autorizzare dal camorrista protettore di turno, mentre la vecchia megera, proprietaria dell'appartamento, rovescia il quadro della Madonna per non costringerla ad assistere allo spettacolo».
È la Napoli di carne e sangue cantata da Vittorio Del Tufo, redattore capo de «Il Mattino», che da quasi dieci anni offre ai lettori la sua penna, i suoi racconti e la sua inconfondibile affabulazione nella rubrica «L'Uovo di Virgilio», ogni domenica su questo giornale, corredata dalle foto d'autore di Sergio Siano. Per Natale chi acquista il quotidiano si ritroverà un regalo: il 23 dicembre esce in allegato il volume L'Uovo di Virgilio. Le storie, la quinta raccolta di puntate della fortunata rubrica (in omaggio con il quotidiano). Il libro viene presentato domani alle 11 nella sede della Fondazione Salvatore in viale Gramsci 4: con l'autore vi saranno il direttore de «Il Mattino» Francesco de Core, il direttore della fondazione Marco Salvatore, la giornalista Maria Chiara Aulisio, l'ordinario di Restauro all'università Vanvitelli Paolo Giordano, l'ex rettore Guido Trombetti e la direttrice del dipartimento di Scienze umanistiche del Suor Orsola Benincasa, Paola Villani; le letture saranno a cura della ricercatrice-artista Francesca Fariello.
E così eccole, alcune delle tante Napoli che Vittorio Del Tufo raccoglie, indovinandole tra i meandri della lunga vicenda cittadina e girando con fare da speleologo nelle cavità geologiche e storiografiche del territorio.
Storie esoteriche e storie... passate alla storia, quella con la S maiuscola, come le trame che anticiparono la congiura dei Baroni tra piazza del Gesù e Forcella; e storie della gente semplice, dalla Comune dei Bambini nei vicoli di Montesanto all'ultima danza degli operai davanti all'Italsider ormai al tramonto: «La chiusura della fabbrica, lo smantellamento, l'horror vacui del futuro. Un insopportabile conto alla rovescia. La consapevolezza che dopo nulla sarebbe stato più come prima. Gli uomini e le donne di Bagnoli hanno vissuto come una lenta agonia la dismissione della loro città di fumo e di ferro, di sangue e di acciaio». Comunque storie narrate, sempre, all'altezza dei personaggi, come un buon cronista deve fare, e sempre come se fossero ancora qui tra noi.
Perché qui, con noi, c'è la protagonista incontrastata di queste mille e una storia, come scrive Fabrizio Coscia nella prefazione: «Se la città di Napoli fosse un personaggio letterario, come in quel gioco del ritratto cinese che giocavamo da bambini, sarebbe senza dubbio Shahrazd, la protagonista della raccolta di novelle orientali Le mille e una notte. Come lei, anche Napoli produce storie incessantemente, racconta miti, favole e cronache, ambientati in spazi e tempi diversi, ma sempre con sé stessa come protagonista, e anche lei lo fa per salvarsi da chi vuole sottometterla, assoggettarla, violarla, predarla, ucciderla».