Sorrento, il Museo Correale si rifà il look per i 100 anni

Una mostra sulle nature morte della collezione per la riapertura

Il Museo Correale si rifà il look per i 100 anni
Il Museo Correale si rifà il look per i 100 anni
di Giovanni Chianelli
Sabato 20 Aprile 2024, 08:30 - Ultimo agg. 21 Aprile, 09:01
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Un piano è verde, come il giardino rigoglioso che circonda l’edificio. Un altro è blu, come il mare che là luccica, come suggerirebbe la «Caruso» di Lucio Dalla. Poi una cantina che accoglie i reperti archeologici, un altro livello per la collezione di ceramica, più il piano terra per biglietteria, bookshop e caffè letterario. È la nuova vita del museo Correale di Sorrento: nel 2024 compie un secolo e dal 24 aprile festeggia con la riapertura dopo oltre un anno di lavori di ristrutturazione, un allestimento moderno e una mostra che lancia il programma di celebrazioni che verrà presentato il 10 maggio. 

Paolo Jorio, che dirige il sito da tre anni, è soddisfatto del cambio di look: «La vecchia disposizione era in stile ottocentesco, ora le opere vengono valorizzate secondo criteri moderni e standard da museo internazionale.

Mantenendo l’anima originaria, quella di un luogo in cui committenti colti puntavano sull’arte, per poi realizzare un piccolo gioiello di bellezza».

Partiamo dall’esposizione, «Still life, vite silenziose», che raccoglie le tante nature morte della collezione, tra cui diverse esposte per la prima volta essendo state pescate dai depositi del museo. «Volevamo omaggiare la natura che qui a casa Correale è una risorsa importante, le persone vengono per ammirare l’arte ma anche per godere del verde». E poi il tema consente di esporre i quadri più antichi del museo: opere di Giovambattista Ruoppolo, Gaetano Cusati, Aniello Ascione, Giuseppe Tomajoli, Alexandre Dubuisson, Christian Berentz, Nicola Casissa, Tommaso Realfonso, Andrea Belvedere, con testimonianze della scuola fiamminga come Seghers e De Koninck. 

«Lo sguardo è catturato dalle vive e palpitanti composizioni di fiori e di frutta, spesso intervallate da inserzioni di elementi paesaggistici ed architettonici che vanno ad affiancare il nutrito ed animato nucleo di uccelli, anatre, pesci e selvaggina», commenta Jorio: «Una vivacità pittorica voluttuosa e colorata che sarebbe meglio definire, come suggeriva Giorgio de Chirico, natura silenziosa, anziché natura morta».  La mostra parte dal «piano blu», il primo, per svilupparsi nel secondo, quello «verde». L’idea è quella di sfruttare il primo livello per ospitare convegni e concerti e per valorizzare la collezione permanente del Correale tra cui spiccano opere di Artemisia Gentileschi, Luca Giordano, Bernardo da Cavallino, Giovanni Lanfranco, Salvator Rosa, Micco Spadaio, Albrecht Dürer. 

Nel secondo invece si darà spazio alle mostre temporanee con i pezzi di proprietà del museo e prestiti. L’ultimo piano è per le ceramiche mentre nei sotterranei la novità: una sezione archeologica i cui reperti prima erano diffusi nei vari ambienti del palazzo.

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L’allestimento, spiega ancora Paolo Jorio, non è più cronologico ma tematico: «Accostiamo autori di scuole e periodi diversi secondo i soggetti dipinti per offrire nuove suggestioni. A questo concorre anche l’illuminotecnica di avanguardia e un commento musicale per ogni sezione dell’edificio». Le composizioni fanno capo a «Il suono nell’opera», un progetto immaginato e donato al museo dall’associazione Le Amiche del museo Correale; i brani strumentali sono stati espressamente composti per il museo e firmati dal Solis String Quartet

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