Riccardo Carbone: Napoli, lo sguardo di ieri (e di avant'ieri)

La mostra omaggio al pioniere del fotogiornalismo partenopeo

Lo sguardo di Carbone sulla Napoli di avant'ieri
Lo sguardo di Carbone sulla Napoli ​di avant'ieri
di Tiziana Tricarico
Martedì 14 Novembre 2023, 11:00
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Un racconto intenso, con le immagini al posto delle parole. La descrizione vivace e mai banale di una Napoli pulsante e imprevedibile in scatti che non restituiscono solo la realtà ma la interpretano con sensibilità e un pizzico d'ironia. Nata come passione quando era studente di chimica all'università, la fotografia si è trasformata in un lavoro per Riccardo Carbone (Napoli 1897-1973), pioniere del fotogiornalismo partenopeo, che per oltre mezzo secolo con le sue foto ha raccontato gli avvenimenti della città.

Si intitola «Napoli, lo sguardo di ieri» la mostra che s'inaugura dopodomani (vernissage ore 17) da MA-Movimento Aperto, la galleria di Ilia Tufano in via Duomo 290/c.

L'esposizione, curata da Giovanni Ruggiero e realizzata in collaborazione con l'Archivio Carbone, propone fino al 15 dicembre una selezione di una quindicina di immagini realizzate dal fotoreporter napoletano, a cinquant'anni dalla sua scomparsa.

Approdato giovanissimo a «Il Mattino», agli inizi degli anni Venti del secolo scorso, fu assunto da Paolo Scarfoglio con la qualifica, insolita per quei tempi, di redattore fotografico. Dal fascismo, all'occupazione, al dopoguerra ma anche moda e spettacolo: ha fotografato tanto di tutto. «Macchina in tasca, nervi a posto, un sorriso sulle labbra: me ne vado a caccia di immagini d'attualità», così diceva parlando del suo lavoro, lui che per più di cinquant'anni ha inquadrato Napoli nel suo obiettivo. Frammenti di vita messi in scena sul palcoscenico della città, che travalicano il semplice ricordo per trasformarsi in strumento di conoscenza del tempo che fu. Scatti d'istinto, non programmati, ma non per questo meno densi di significati.

Napoli è una miniera: ci sono il vissuto quotidiano, i fatti di cronaca nera, i personaggi del popolo ma anche i grandi nomi della cultura, dello spettacolo e dello sport, non solo italiani. Soggetti incredibilmente eterogenei. Ecco la lunga schiera di bambini distesi lungo la scala in piperno che conduce alla spiaggia di Via Caracciolo. O i giochi di incastri tra luci ed ombre nelle architetture della basilica di Santa Chiara. O ancora una misteriosa ed elegante donna con ghepardo. 

«Terminato il lavoro per il giornale, si guardava intorno e, quando scorgeva altre cose, le fotografava e... le portava a casa. Carbone ha uno sguardo ampio, come le sue fotografie. Difficilmente si avvicina a meno di tre metri dal soggetto. Il primo piano è proprio raro», scrive Ruggiero nel testo di presentazione. Alla conservazione del lavoro di una vita provvede l'Archivio che porta il suo nome, gestito dal figlio Renato: circa 60.000 dei 600.000 negativi conservati sono già stati digitalizzati grazie alla onlus che si adopera per la condivisione di quello che è un patrimonio collettivo. 

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