Auto elettriche, il sorpasso: per la prima volta più del diesel

Nei Paesi Ue la quota di auto elettriche immatricolate a giugno è cresciuta del 66,2%

Le nuove auto Tesla caricate sulla bisarca
Le nuove auto Tesla caricate sulla bisarca
di Nando Santonastaso
Giovedì 20 Luglio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 19:33
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Nell'Europa unita per la prima volta le auto elettriche superano nelle vendite quelle diesel (ma il sorpasso nell'Europa allargata a Inghilterra e Paesi Efta, come la Svizzera, era già avvenuto a marzo). In Italia i modelli a batteria tirano ancora poco (costi e colonnine di ricarica i due handicap maggiori) ma in compenso sta per essere annunciato un importante accordo sui costi dell'energia per lo stabilimento Stellantis di Melfi, destinato a produrre 5 modelli tutti elettrici. Il Gruppo guidato da Carlos Tavares pagherà l'energia in Basilicata al prezzo più basso dei suoi impianti italiani, utilizzando una parte dei proventi delle royalties garantite alla Regione per le estrazioni petrolifere sul suo territorio. Inoltre, verrà realizzato un impianto per la produzione di idrogeno alimentato da pannelli solari prodotti da una società legata a Stellantis. L'investimento ammonterebbe ad alcune decine di milioni.

L'annuncio ufficiale dovrebbe arrivare dal tavolo tecnico voluto dal ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso per verificare la reale disponibilità di Stellantis a produrre in Italia almeno un milione di auto all'anno (la convocazione è prevista per il 27 prossimo). Anche in questo caso, come a proposito delle maggiori vendite europee dell'elettrico, si può parlare di un fatto epocale: Stellantis, infatti, già prima dell'accordo Fca-Psa da cui è scaturita la nuova company, aveva giudicato altissimi i prezzi dell'energia in Italia rispetto a Francia e Spagna, lasciando intendere che senza le giuste convenienze economiche sarebbe stato molto complicato qualsiasi piano di ulteriori investimenti.

La trattativa è andata avanti per mesi, con il fattivo coinvolgimento della Regione e del governo e ora saremmo ad un passo dal nero su bianco, come peraltro dimostrerebbero l'annuncio del quinto modello a Melfi e l'avvio dei lavori di adeguamento tecnologico del grande impianto sin dal mese di agosto (per mille lavoratori lucani scatterà in base a turni specifici il trasferimento momentaneo a Pomigliano con incentivi economici tra 2.500 e 3.500 euro mensili a carico dell'azienda e comunque senza alcun ricorso a misure di cassa integrazione).

L'accordo sul costo dell'energia in Lucania richiama inevitabilmente il sorpasso europeo dell'elettrico. Stellantis teme che il passaggio alle vetture con la spina a tappe forzate sia un rischio per i costi altissimi dell'elettrico che scoraggerebbero la classe media europea, destinataria principale dei modelli del Gruppo. Di qui la particolare attenzione alla sostenibilità dei costi e alle opportunità costruite in un contesto particolare come la Basilicata, pensando magari anche all'idrogeno. Meno spese di produzione, più auto meno costose: in estrema e libera sintesi il ragionamento sarebbe questo, fermo restando che alla sfida dell'elettrico il Gruppo si prepara da tempo.

Intanto, come detto, nei Paesi Ue la quota di auto elettriche immatricolate a giugno è cresciuta del 66,2% rispetto all'anno precedente e soprattutto ha coperto una quota di mercato superiore a quella detenuta dal diesel (15,1% contro 13,4%). Mai accaduto in precedenza, ricorda Acea, l'Associazione che riunisce i Costruttori del Vecchio Continente. Con 158.252 immatricolazioni, i veicoli full electric superano finalmente quelli a gasolio, fermi a quota 139.595, e si piazzano al terzo posto fra i sistemi di alimentazione preferiti. In testa e con largo margine si confermano i modelli a benzina (36,3%) seguiti da quelli ibridi elettrificati (24,3%). La percentuale sale nei Paesi dell'Europa allargata: i BEV (l'acronimo sta per motori a batteria) totalizzano il 16,5% del mercato (con 208.882 immatricolazioni), contro l'11,8% del gasolio (149.261 immatricolazioni).

Tra numeri e percentuali, spicca anche il calo generalizzato delle vendite di auto diesel: 9,4% a giugno 2023, nonostante la crescita in Germania (+10,3%) e nei mercati dell'Europa centrale, in particolare in Romania (+22,4%). La quota di mercato appena sorpassata dall'elettrico risulta in diminuzione di altri 4 punti percentuali rispetto al giugno 2022. La tendenza si registra anche in Italia (-2,2%) ma da noi il confronto con i BEV rimane impari, i numeri diesel sono ancora superiori di quasi cinque volte.

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Un dato però emerge con chiarezza nella valutazione delle immatricolazioni dei primi sei mesi dell'anno: il ritorno dell'auto, che pure è una certezza, rimane ancora lontano dai livelli del 2019. Le nuove immatricolazioni in Europa sono sì cresciute in modo significativo (+17,9%), raggiungendo i 5,4 milioni di unità, trainate dai maggiori mercati europei (Spagna +24,0%, Italia +22,8%, Francia +15,3% e Germania +12,8%) ma si tratta di volumi sono inferiori del 21% rispetto al periodo pre-Covid. La frenata provocata dall'epidemia e poi dal blocco delle forniture dei microchip continua insomma a pesare anche se, come ha ragionato il governo italiano, il recupero in termini di produzione e dunque di vendite non è più una chimera. Il segno più da almeno 10 mesi sulle immatricolazioni, anche in Italia, autorizza a crederci (i sindacati, la Cisl in particolare, giudica possibile il ritorno ad una produzione di 1,2 milioni di auto all'anno contando sugli investimenti di Stellantis e sul ruolo del governo stesso). Ma nella partita bisognerà in via prioritaria anche chiarire le prospettive dell'occupazione, specie se l'elettrico diventerà il tema produttivo dominante dei siti italiani: della serie, va bene tagliare i costi dell'energia ma non i numeri dei lavoratori. E anche su questo punto governo e sindacati la pensano alla stessa maniera. 

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