Dall’elettrico ai nuovi motori a benzina, Urso: spostiamo 390 milioni di bonus inutilizzati

Non utilizzati 390 milioni di bonus per le vetture green: i fondi andranno a Euro 4 e 5

Auto, incentivi per svecchiare il parco mezzi: fondi spostati dall'elettrico alla benzina
Auto, incentivi per svecchiare il parco mezzi: fondi spostati dall'elettrico alla benzina
di Giacomo Andreoli
Domenica 11 Giugno 2023, 21:38 - Ultimo agg. 12 Giugno, 16:21
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In arrivo nuovi incentivi per acquistare auto a benzina e diesel a basse emissioni, Euro 4 o meglio Euro 5. Potrebbero scattare dopo l’estate. Al piano sta lavorando il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, assieme al collega al ministero dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. L’idea sarà discussa in via preliminare al tavolo di confronto permanente con tutti gli attori del settore auto che si aprirà il prossimo 19 giugno.
In campo c’è un tesoretto da almeno 390 milioni, che viene dalle risorse finora non spese per la rottamazione dei vecchi veicoli inquinanti e per l’acquisto di modelli ibridi al 100% o elettrici. Ad oggi infatti dei 425 milioni messi a disposizione dal governo nel 2023 per comprare auto elettriche e ibride, ne sono stati usati circa 34. Solo l’8%. Alla fine dello scorso anno, invece, per il solo elettrico erano rimasti inutilizzati 127 milioni. Contemporaneamente i 150 milioni di fondi per l’acquisto di auto a basse emissioni sono andati a ruba, con i soldi per il 2023 già finiti a marzo.

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LA RIMODULAZIONE


Una rimodulazione degli incentivi, insomma, è necessaria, come spiegato dallo stesso Urso in un question time alla Camera. L’obiettivo prioritario è «svecchiare il parco auto» e ridurre le emissioni inquinanti, ma prendendo atto della realtà: chi ha un’auto Euro 0, 1, 2 o 3 e non l’ha cambiata finora, nonostante domeniche ecologiche e Ztl varie, «non ha i soldi per permettersi un veicolo 100% green». E allora meglio comprare una nuova auto a benzina, purché meno dannosa per l’ambiente, che restare con il vecchio veicolo. 
D’altronde su circa 40 milioni di auto in Italia, più del 25%, 11 milioni di veicoli, sono altamente inquinanti.

Significa che emettono più di 2,3 grammi di anidride carbonica per chilometro percorso, oltre a una quantità elevata di altre particelle inquinanti.

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LA CRESCITA DEL MERCATO


La vera «priorità ambientale», come ha spiegato il ministro Urso, è quindi rottamare il prima possibile questa grande massa di veicoli vecchi, in ogni modo possibile. E in campo non ci sono solo i 390 milioni ancora inutilizzati. Da qui al 2026, infatti, il governo stanzierà in tutto circa 2 miliardi per l’acquisto di veicoli a bassa emissione. 
Nel frattempo migliorano i numeri delle vendite auto in Italia. A maggio si è registrata una nuova accelerazione, con una crescita del 23% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. 
Si tratta del quinto aumento consecutivo da gennaio. Sempre a maggio le auto elettriche sono cresciute del 38,2% (41,1% da inizio anno), ma con una quota sul totale del mercato ancora molto bassa: pari al 4,1%, (il 3,7% nei 5 mesi). Lo scorso anno, poi, le vendite di questi veicoli erano diminuite del 22%. La crescita, come ha sottolineato Urso, è dovuta al fatto che «sono state immatricolate molte più auto del passato: solo nel mese di marzo l’aumento su base annua è stato del 40,8%, per gli incentivi e non solo».


Il ministro, poi, è convinto che «bisogna aumentare la produzione di auto nel nostro Paese, con più investimenti in modelli innovativi e preparandosi alla transizione elettrica mantenendo un sano rapporto con l’indotto». Gli incentivi, come ha ricordato lo stesso Urso ieri al Forum in Masseria, organizzato da Bruno Vespa, «lo scorso sono finiti per l’80% a sussidiare il lavoro e le imprese che producevano all’estero». La rimodulazione dovrà intervenire quindi anche su questo fronte.


In Italia nel 2022 sono state prodotte 476mila auto (prima della pandemia erano 548 mila). In Germania ne sono state costruite 3,3 milioni, in Spagna 1,7 milioni, in Repubblica Ceca 1,19 milioni, in Slovacchia 964mila, in Francia 940mila e in Romania 507mila. Il dato italiano, quindi, è solo al settimo posto tra i paesi dell’Unione europea e, in generale, sotto la media dei 27.
Per aumentare la nostra produzione il ministro ha anche invitato Stellantis a fare di più nel nostro Paese. «Oggi l’azienda - ha spiegato - produce ben 1 milione di autovetture in Francia e solo 473mila in Italia. Bisogna portare i livelli produttivi anche da noi a 1 milione, riducendo quello che ad oggi è un gap insostenibile tra produzione e mercato nazionale».

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ABBASSARE I PREZZI


Secondo il ministro Pichetto non basterà la sola rimodulazione degli incentivi per invertire la rotta e procedere alle rottamazioni di massa, riducendo le emissioni e provando a spingere sulla produzione. Per il titolare del dicastero dell’Ambiente, infatti, si dovrà fare un percorso che prevede anche la «standardizzazione (e quindi anche l’abbassamento) dei prezzi del nuovo mercato, dove la strada è l’elettrico ma non solo, perché nel frattempo le tecnologie ci permetteranno di avere anche dei buoni motori endotermici». 
Insomma, il principio da seguire, secondo il governo, sarebbe quello della neutralità tecnologica, più volte ribadito da Palazzo Chigi, anche quando l’esecutivo ha provato a opporsi in sede Ue alla vendita di auto a diesel e benzina dal 2035, con il regolamento poi approvato dal Consiglio europeo. «Per neutralità tecnologica – ha detto qualche mese fa lo stesso Pichetto - si intende un approccio che non è discriminatorio rispetto alla regolazione dell’uso delle tecnologie, lasciando il mercato decidere qual è la combinazione ottimale».

 

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