Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ieri è tornato a chiedere una riforma del Reddito di Cittadinanza e ha sottolineato una delle incongruenze dell'attuale legge per cui sarà lo stesso governo a dover trovare lavoro ai cossiddetti Navigator, ovvero ai circa 3.000 assunti a tempo con l'obiettivo di trovare un lavoro a chi percepisce il Reddito.
Reddito di Cittadinanza, tutti i difetti della misura
Ma è davvero possibile riformare il Reddito di Cittadinanza? Certo a un anno dalle elezioni politiche l'impresa pare impossibile. Tuttavia la necessità di qualche aggiustamento di tiro emerge anche da chi è favorevole a questa misura. Poche settimane fa, ad esempio, l'analisi annuale compiuta dall'Inps ha messo in evidenza i seguenti difetti del Reddito di Cittadinanza (peraltro individuati anche da Caritas, Alleanza contro la povertà, Istat e apposita commissione ministeriale): lo squilibrio nella distribuzione territoriale (troppo al Sud e poco al Nord), la non completa corrispondenza tra poveri assoluti e beneficiari del sussidio, l’esclusione di troppi stranieri, la penalizzazione delle famiglie con figli e il labile legame con le politiche attive del lavoro.
Inoltre, a proposito della distribuzione dei beneficiari per due terzi residenti al Sud e nelle Isole, ancora l’Inps sottolinea che «lo squilibrio è anche spiegato da indicatori di disagio economico locale (come l’alto tasso di disoccupazione, il basso livello di istruzione, la mancanza di servizi adeguati)». E che il Rdc «appare essere un sostegno non solo per i nuclei familiari, ma anche per alcuni precisi contesti locali con indicatori di disagio economico particolarmente accentuati». Insomma, un sostegno necessario per i poveri e perfino per alcuni territori altrimenti abbandonati a se stessi.