La Federation of small business, associazione che riunisce 170mila esercizi commerciali di tutto il Paese, ha infatti consigliato ai propri iscritti di proseguire come se nulla fosse, anche e soprattutto per permettere ai cittadini di smaltire le scorte. Secondo alcune stime, nelle tasche dei britannici ci sono ancora 500 milioni di vecchi spiccioli, ed è improbabile che si riescano a rispettare i tempi indicati per il loro ritiro.
Nel frattempo alcune catene di supermercati hanno ammesso di non riuscire a modificare in tempo i carrelli: lo stesso vale per i distributori automatici e per le compagnie ferroviarie, che non potranno cambiare i sistemi di riconoscimente delle biglietterie automatiche entro domenica.
«Siamo consapevoli della scadenza data dalla Zecca, ma allo stesso tempo non vogliamo deludere i nostri clienti più leali dicendo loro che non possono pagare con la vecchia moneta, in caso non abbiano alternative», ha commentato la Federation of small business, a cui ha risposto il portavoce del Tesoro: «La nuova moneta è stata introdotta per ridurre i costi milionari legati al business della contraffazione.
C'era bisogno di una data limite, e abbiamo scelto il 15 ottobre. Inoltre, la maggior parte dei negozi è pronta. Per quelli che accetteranno il vecchio pound, dovranno poi accordarsi in autonomia con le banche», ha detto lo speaker del ministero, cercando invano di tranquillizzare tutti sulla sparizione della moneta, che raffigura la Regina Elisabetta. Da qui a domenica, in Gran Bretagna, a regnare è comunque il caos.