Napoli, l'ultimo post prima di togliersi la vita a 61 anni nel negozio

La figlia: «I cittadini di Afragola responsabili»

Paolo Trimarchi
Paolo Trimarchi
di Elena Petruccelli
Domenica 13 Agosto 2023, 11:07 - Ultimo agg. 14 Agosto, 07:24
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L'ultimo post prima del gesto disperato. Un uomo di 61 anni, Paolo Trimarchi, si è tolto la vita nel magazzino del negozio di abbigliamento in un noto centro commerciale in provincia di Napoli. 

Come ogni mattina ha preso l'auto, ha percorso la strada che da una vita lo conduceva al lavoro e ha deciso di mettere fine a quelle sofferenze che da anni gli logoravano l'anima. 

In quel post, l'ultimo messaggio che ha voluto lasciare ai suoi cari, ha spiegato le ragioni della sua sofferenza. «Buongiorno a tutti i miei amici e parenti, come ho già anticipato ieri oggi ho preso una decisione molto importante che sicuramente farà soffrire i miei fratelli i miei figli e mia moglie».

Trimarchi viveva ad Afragola, lascia moglie e due figli.

Descrive due motivazioni principali che lo hanno condotto alla terribile decisione. Racconta di aver perso la serenità dal 2018, per la difficile convivenza con un locale sotto casa: «Io e la mia famiglia non riusciamo più a dormire». Schiamazzi notturni più volte segnalati alle autorità. Anni di battaglie legali, e sacrifici economici per sostenerne le spese, l'uomo descrive nel suo post «momenti di ansia ogni volta che usciamo ed entriamo di casa».

A questa si aggiunge un altro peso sul cuore, la sua situazione lavorativa, il terrore di poter essere licenziato: «Oggi voglio che con il mio gesto estremo vorrei fare capire a tutti che non si può vivere cosí, preferisco farla finita spero che qualcuno possa prendersi cura della mia famiglia che amo disperatamente e che non sono riuscito a dare tutta la sicurezza e la tranquillità che avevano bisogno». 

Sua figlia ha deciso di dare voce a queste sofferenze pubblicando sui social lo screenshot dell'ultimo post del padre. Contattata telefonicamente ha trovato la forza di descrivere quella sofferenza che da anni provava suo padre nel dover lottare quotidianamente e ormai a pochi anni dalla pensione, ma allo stesso tempo quella grande forza che lo faceva andare sempre avanti: «Non mi spiego, non riesco a capire perché abbia deciso di mollare - aggiunge la ragazza -. Mi auguro veramente che tutti possano apprezzare la propria famiglia ed aprirsi di più al dialogo. Il gesto di mio padre è stato solo un tentativo di fuga, ma non la soluzione...siamo noi che stiamo male».

Poco fa la moglie ha condiviso sui gruppi cittadini di Facebook un post dove rimarca quel senso di solitudine dell'uomo e il fatto che non abbia avuto l'appoggio delle autorità competenti: «Mio marito è morto per colpa che non ha avuto nessun appoggio dalle autorità competenti - aggiunge -. Lui voleva essere aiutato e tutelato vi rimarrà sulla coscienza. Ora i miei figli sono rimasti senza il loro adorato papà e io senza un marito».

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