Morto Biondo, il cane anarchico di Pozzuoli custode di Serapide

Zoppicante a seguito di un incidente in giovane età, «'U zuppariell» amava giocare con i bambini

Addio a Biondo, il cane anarchico
Addio a Biondo, il cane anarchico
di Antonio Cangiano
Giovedì 22 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 09:30
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Aveva anche una pagina Facebook, gestita da chi si prendeva cura di lui, Biondo «l'anarchico», il cane meticcio dal manto color miele, nato e cresciuto nei giardinetti del tempio di Serapide a Pozzuoli. Conosciuto per la sua bonaria presenza, Biondo «l'anarchico», definito tale per la sua indole libera e indipendente, aveva molti tutor, tra questi Michelangelo, Massimiliano, Giulia e Bruno, che lo hanno seguito fino alla fine, facendolo mangiare e bere in punti ben precisi.

Amante della libertà, era stato segnalato più volte all'Asl, ma era sempre sfuggito alla degenza grazie all'intervento dei volontari. La sua storia è commovente. Zoppicante a seguito di un incidente in giovane età, «'U zuppariell» amava giocare con i bambini lasciandosi accarezzare nonostante fosse restio a causa di esperienze crudeli subite, come un ferro spinato avvoltogli intorno al collo.

Ieri la triste notizia della sua morte per anzianità. «Con un salto nel vento ci lascia il nostro amato Biondo.

Noi tutti non avremmo mai voluto dare questa notizia ma quel giorno è arrivato ed è oggi. Ciao Biondo l'Anarchico», fanno sapere gli amministratori della pagina Facebook. Numerosi sul social anche i commenti di affetto da parte dei puteolani e non solo. «Biondo ha vissuto la sua vita appieno, grazie a tutti coloro che lo hanno seguito, protetto e rispettato in questi anni»; «È stato amato, curato e rispettato, come ogni creatura merita. Buon riposo anima libera e dolce»; «Biondo resta lì con la sua storia di libera anarchia... quel luogo resta un luogo del cuore perché il suo splendido spirito vi aleggerà in maniera permanente. Buon viaggio nel vento...».

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Vent'anni, quelli trascorsi da Biondo l'anarchico, passati a difendere la propria libertà, all'ombra del tempio di Serapide, dove nei pressi della sua cuccia è conservato un particolare monumento, un grosso pezzo grezzo di marmo di Carrara, su cui sono incise le parole di Errico Malatesta: «Ciò che più importa è che il popolo, gli uomini tutti, perdano gli istinti e le abitudini pecorili che la millenaria schiavitù ha loro ispirato ed apprendano a pensare ed agire liberamente. Gli anarchici». Il monumento è dedicato alla memoria dell'anarchico puteolano Emanuele Visone, morto nel 1986, nel luogo in cui gli anarchici erano soliti incontrarsi. 

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