Pompei, nella Villa dei Misteri l'ultimo cunicolo dei tombaroli

Al processo per la casa abusiva negli scavi emersa la scoperta di una galleria recente

ll manufatto abusivo presso Villa dei Misteri
ll manufatto abusivo presso Villa dei Misteri
di Dario Sautto
Martedì 9 Gennaio 2024, 23:58 - Ultimo agg. 11 Gennaio, 07:30
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I tombaroli hanno scavato cunicoli per raggiungere la parte ancora sepolta di Villa dei Misteri. Durante il processo agli ex proprietari della villetta con vista sugli scavi, ampliata abusivamente nel corso degli anni, arriva la conferma dello sfregio a uno dei luoghi simbolo dell’area archeologica di Pompei. A spiegare al giudice del tribunale di Torre Annunziata, Antonello Anzalone, quanto scoperto pochi giorni fa dal personale del Parco Archeologico di Pompei è Anna Onesti, architetto dell’ufficio tutela della Soprintendenza, chiamata a testimoniare nel corso del processo nei confronti di Milorad Jovanovic e Kadena Casalijevic, gli ex proprietari del rudere trasformato in villa. Secondo la Procura di Torre Annunziata, dalla cantina di quella abitazione sarebbero stati realizzati diversi scavi clandestini per raggiungere la parte ancora sepolta della Villa dei Misteri per saccheggiarla. Una tesi che, ora, viene confermata dagli ultimi accertamenti. 

«Ho eseguito io il primo sopralluogo dopo l’esproprio della villa - ha spiegato l’architetto Anna Onesti - e, accendendo al cantinato, ho notato un cumulo di materiale di risulta nei pressi di una cisterna con una scala». Chiari segni dei tombaroli. Se la difesa dei coniugi Jovanovic sostiene che quegli scavi clandestini fossero antecedenti al possesso dell’abitazione, secondo l’accusa sono loro ad aver realizzato i cunicoli. Da quei tunnel, secondo gli esperti sono stati saccheggiati sicuramente reperti archeologici, poiché «tra i materiali di risulta ci sono cocci di pregio di vasi e tegole» chiaramente scartati dai tombaroli. L’ultimo sopralluogo è avvenuto proprio lunedì, a poche ore dall’udienza del processo: «Ho visto lo stato dei luoghi dopo la demolizione della casa - ha aggiunto la funzionaria del Parco Archeologico di Pompei - e ho notato la presenza di un cunicolo». 

 

Al termine della sua testimonianza, la Procura ha chiesto l’acquisizione di una relazione sull’attuale stato dei luoghi nell’ex dimora della famiglia Jovanovic, con alcune foto esterne dell’accesso al cunicolo principale scoperto in questi giorni. Il procuratore Nunzio Fragliasso conferma che la prima ispezione del cunicolo avverrà entro fine settimana, dopo la messa in sicurezza del tunnel, alla presenza di personale del Parco Archeologico di Pompei, dei carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata e dei vigili del fuoco. L’ipotesi al momento è che possa trattarsi di una nuova Civita Giuliana, di un altro sito saccheggiato dai tombaroli, ma in parte lasciato intatto dalle difficoltà che gli scavi clandestini comportano in termini di sicurezza anche per i predoni di reperti archeologici. 

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Dunque, non è escluso che possano essere rimasti sepolti altri tesori nella parte sconosciuta della Villa dei Misteri, con la nuova campagna di scavi che potrebbe partire a breve, subito dopo la rimozione delle ultime macerie e l’ispezione che avverrà nei prossimi giorni.

Un po’ come avvenuto, appunto, per il sito semisconosciuto di Civita Giuliana, quello esterno alle mura dell’antica città di Pompei, dunque ancora più facile preda dei tombaroli che, per anni, hanno scavato tunnel sotterranei alla ricerca di una biga romana mai trovata. Il sito era stato scoperto a fine ‘800, in parte portato alla luce, raccontato in libri e visitato per mezzo secolo, prima di essere sepolto nuovamente, abbandonato e quasi dimenticato. Ora, con la chiusura al traffico della strada, sono ripartiti gli scavi sotto la sede viaria, dove il pericolo di crolli aveva “intralciato” gli scavi clandestini. Nei locali servili della lussuosa dimora di epoca romana, è già stato recuperato un carro cerimoniale, ma adesso gli archeologi sono alla ricerca della biga di cui parlano anche alcuni collaboratori di giustizia, vero obiettivo dei tombaroli che rischiarono la vita pur di trovare un reperto unico da immettere sul mercato nero.

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