Bus e metropolitana di Napoli senza regole, la rabbia del sindacato: «Il Comune ci ha beffati»

Bus e metropolitana di Napoli senza regole, la rabbia del sindacato: «Il Comune ci ha beffati»
di Paolo Barbuto
Mercoledì 16 Dicembre 2020, 12:31 - Ultimo agg. 13:00
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Da un lato la promessa di crescita e miglioramento dei servizi, dall'altro il mancato rinnovo al contratto di 40 autisti, dall'altro ancora il ridimensionamento degli stanziamenti al servizio pubblico, al centro i lavoratori che salgono al posto di guida dei bus o nelle cabine della Metropolitana e quotidianamente sono costretti ad affrontare l'emergenza sanitaria senza avere armi, affidandosi solo alla buona sorte, che non sempre è benevola.

Così gli ammalati Covid in Anm crescono, anche se i sindacati non riescono ad avere il numero esatto da parte dell'azienda; le corse diminuiscono vorticosamente, i mezzi si affollano all'inverosimile e l'amministrazione comunale si volta dall'altra parte. 

L'ultimo allarme fatto di disperazione e rabbia lo lancia il sindacato Usb che continua a diffondere immagini degli affollamenti (come quella che vedete in questa pagina) e delle scarse condizioni igieniche dei mezzi a disposizione; il sindacato insiste nel racconto quotidiano del disagio degli autisti e dei macchinisti che subiscono ingiurie da parte dei passeggeri inviperiti per la scarsità delle corse e per il sovraffollamento. Poi c'è l'ampio capitolo delle rivendicazioni collegate alle pulizie e alla sanificazione, infine il grande punto interrogativo sul futuro di un'azienda che è uscita quasi indenne dalle procedure fallimentari ma potrebbe ripiombare nel baratro per l'annunciato ridimensionamento dei versamenti da Palazzo San Giacomo: «Non abbiamo più fiducia in nessuno, non sappiamo a chi credere - si sfoga Adolfo Vallini dell'Usb - ingenuamente avevamo creduto alle parole del vicesindaco Panini che ha anche la delega ai trasporti.

Mentre l'amministrazione annaspava per ottenere il voto al bilancio, Panini aveva promesso che ci sarebbe stato un aumento delle corse, una crescita dei servizi. Non c'è stato nulla e nulla ci sarà. Ci ha buggerati per l'ennesima volta, non possiamo che prenderne atto».

La mancata conferma di 40 autisti interinali lasciati a casa dall'inizio di dicembre ha generato ulteriori riduzioni nei servizi. Ogni giorno ci sono 40 persone in meno da utilizzare per mettere in strada i bus «e le corse perdute al giorno sono più di 120», dice con amarezza Vallini. La Usb fin dal primo momento si sta battendo per un immediato reintegro di quel personale interinale, e non solo per questioni sindacali improntate alla tutela dei posti di lavori, ma anche per banali questioni organizzative, perché i servizi già scadenti dell'Anm continuano a peggiorare per mancanza di personale. 

Rispetto alla grande attenzione posta alla ripresa dei servizi dopo il lockdown di marzo e aprile, con segnalazioni puntuali sui posti utilizzabili in ciascun mezzo, sanificazioni costanti, cartelli con spiegazioni sulle norme e sul numero di viaggiatori ammessi a bordo, le cose sono drasticamente cambiate. I marcatori dei sediolini non utilizzabili sono stati quasi tutti rimossi e mai sostituiti, il cartello con il numero massimo di persone ammesse a bordo non c'è quasi su nessun mezzo, il distributore di gel sanificante per le mani, previsto dall'ultimo Dpcm, è installato su un numero esiguo di mezzi, tutti gli altri sono fuorilegge: «Siamo stanchi di continuare a ripetere certe cose - è amaro Vallini - da mesi ripetiamo che la salute dei passeggeri e degli autisti viene messa in gioco come alla roulette russa: viaggiatori ammassati, autisti costretti in aree ristrette e sature del respiro altrui... non pretendiamo di trasformarci in virologi, ma abbiamo il sospetto che quelle siano le condizioni migliori per una poderosa condivisione del virus».

Sulle questioni d'attualità aleggia anche la preoccupazione per il futuro. Il concordato che ha salvato l'Anm dal fallimento prevedeva incassi certi. Quest'anno sono venuti a mancare circa 20 milioni di introiti per via delle limitazioni che hanno ridotto il numero di passeggeri, poi si aggiungeranno i 19 milioni che il Comune cancellerà dai versamenti per il Tpl: significa cassare 40 milioni da un bilancio traballante e malconcio «Speriamo che l'azienda sappia come uscire da questa impasse - trema il rappresentante Usb - altrimenti arriveranno davvero problemi grossi».

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