Il Forte di Vigliena resta abbandonato e nel pieno degrado. Per il monumento d’interesse nazionale - testimonianza della storia della Repubblica Partenopea e del Meridione - si attendono ancora la riqualificazione, il restauro e la valorizzazione. Nel bene storico di San Giovanni a Teduccio, nella zona orientale di Napoli, sarebbe dovuto nascere un parco archeologico urbano. Oggi, invece, si «ammirano» soltanto le erbacce. Davanti le antiche rovine insistono tubi e pompe a servizio dell’adiacente stazione di sollevamento delle acque sporche. Non c’è più traccia nemmeno del cartello - recentemente rimosso per un cantiere ancora aperto - che indicava il bene monumentale descrivendone la storia e l’importanza.
A chiedere chiarezza sul destino del Forte di Vigliena è il senatore Vincenzo Presutto del Movimento 5 Stelle che ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro per i beni e le attività culturali e a quello delle infrastrutture e dei trasporti.
Il ministero per i beni culturali - si legge nell’atto del parlamentante - «ha richiamato l'attenzione sulla presenza dello storico fortino chiedendone espressamente la tutela» evidenziando che «il restauro e la valorizzazione dovessero costituire misure di compensazione a carico del soggetto appaltatore del progetto». Il senatore pentastellato richiama anche l'iniziativa del Comune di Napoli che nel 2009 ha elaborato un “programma innovativo in ambito urbano porti e stazioni” prevedendo la realizzazione del parco archeologico urbano del forte di Vigliena. «In sede di conferenza dei servizi l'Autorità portuale si è impegnata, ancora una volta senza dare seguito, a cofinanziare il restauro del forte» spiega il senatore Presutto denunciando che «allo stato attuale l'antico monumento è ancora un rudere e i lavori di restauro non sono mai iniziati».
A lottare da anni per il recupero del Forte è Enzo Morreale, presidente del comitato civico di San Giovanni a Teduccio. A lui e agli altri attivisti erano stati promessi interventi propedeutici al recupero del bene storico di stradone Vigliena quali il decespugliamento e la manutenzione degli spazi: oggi erbacce e rifiuti non consentono di arrivare nel cuore del monumento. Morreale evidenzia che la riqualificazione del bene storico - luogo della memoria e simbolo della resistenza - sia un dovere per l’Autorità portuale così come dettato dalle prescrizioni degli anni scorsi.
A dicembre 2020 l’autorità portuale ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il Rotary Club Napoli Est col quale quest’ultimo si impegna a «realizzare l’intervento di potatura dell’area rendendo praticabile entro il 28 febbraio 2021 il lotto in cui si trovano i resti del Forte con la funzione futura di verde pubblico attrezzato e area archeologica». Previsto, più in generale, un percorso di valorizzazione per «promuovere la conoscenza del Forte attraverso eventi formativi e campagne conoscitive per favorire la crescita culturale della comunità locale e incrementare nei giovani la consapevolezza di tale memoria storica e della sua valenza ambientale». Annunciati, inoltre, l’autocostruzione partecipata per la realizzazione di arredi temporanei e l’installazione di un totem informativo e QR code da scansionare per maggiori dettagli sul Forte e di una mappa virtuale per visitare la struttura a distanza. Interventi - a costo zero per l’ente pubblico - non ancora avviati al momento.
Il degrado del Forte di Vigliena è il triste simbolo di una mancata riqualificazione dell'intera costa orientale di Napoli. Sullo specchio d’acqua non balneabile di San Giovanni a Teduccio affacciano anche la Corradini - testimonianza di archeologia industriale, i cui capannoni sono ridotti a ruderi - e il depuratore dismesso di via Boccaperti. Mentre si concretizza l’estensione del porto commerciale verso l’area orientale della città c’è chi ancora sogna il porto turistico Fiorito e il recupero del rapporto del quartiere col proprio mare.