Napoli, nuovo parco, orti e risparmio energetico: si rigenera il lotto 10 di Ponticelli

Napoli, nuovo parco, orti e risparmio energetico: si rigenera il lotto 10 di Ponticelli
di Alessandro Bottone
Martedì 10 Maggio 2022, 20:25 - Ultimo agg. 11 Maggio, 08:22
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Alloggi da recuperare, area sportiva da riqualificare e un parco da realizzare. Il Comune di Napoli ha avviato l'iter per rigenerare l'enorme area del cosiddetto "lotto 10" di Ponticelli, quartiere della zona orientale di Napoli. Parliamo del complesso di case popolari di via Eduardo Scarpetta, a poche decine di metri da via Argine e dal Palavesuvio, che beneficerà  di 36 milioni e 233 mila euro del fondo complementare al PNRR.

In particolare, la giunta guidata da Gaetano Manfredi ha approvato il documento di indirizzo della progettazione che mette nero su bianco le idee per migliorare le 312 abitazioni e gli spazi pubblici di Napoli Est. L'obiettivo del progetto è «migliorare la vivibilità dell’intero comprensorio, contribuendo a creare le condizioni ottimali per la realizzazione anche di spazi per lo scambio sociale». Il rione di case popolari di via Scarpetta, una traversa di via Botteghelle, è stato realizzato negli anni Ottanta del secolo scorso, nell’ambito della legge 219, in seguito al terremoto e all'emergenza abitativa. Con le nuove risorse europee a disposizione si opererà sull'edificio P4a, composto da sette piani, e sugli altri cinque palazzi da quattro piani posti alle spalle (identificati dalla medesima lettera). Si interverrà anche sui cortili, oggi utilizzati quasi esclusivamente come parcheggi.

Il principio da seguire è rigenerare e rinaturalizzare gli spazi comuni ampliando le superfici permeabili.

A ben vedere si insiste anche su un altro obiettivo, ovvero quello di favorire forme di aggregazione tra gli abitanti. Ciò avverrà sia attraverso il recupero dell’area sportiva di via Umberto Saba - da anni completamente vandalizzata e fatiscente - sia con la realizzazione di un parco verde in un'area attualmente degradata posta di fronte agli alloggi. Si intende «migliorare il sistema delle relazioni di prossimità, fiducia e inclusione, attraverso un’ampia offerta di strutture e servizi di accompagnamento e contrasto alle forme più severe di marginalità e di esclusione». I residenti, infatti, saranno coinvolti in tutte le fasi: dalla gestione delle aree verdi, alla scelta di nuove piante, alla cura e gestione condivisa di vegetali, spazi e arredi.

Per quel che riguarda le abitazioni, in particolare, si vuole ridurre il fabbisogno energetico e migliorare sicurezza e comfort «prevedendo, tra le altre cose, l'installazione di elementi frangisole lungo le pareti». Gli interventi da mettere in campo sulle palazzine dovranno garantire l’uso ordinario degli immobili «dato che non sono previste procedure di mobilità, seppure temporanea, degli attuali occupanti». Detto altrimenti: il cantiere sarà aperto con le famiglie che continueranno a vivere nelle proprie abitazioni e dovranno essere adottate lavorazioni che riguardano prevalentemente le superfici esterne degli edifici. «Fermo restando - si precisa negli atti approvati da Palazzo San Giacomo - che potranno essere considerati anche interventi con lavorazioni che comportano minimo disturbo e minima interazione con gli abitanti esclusivamente laddove l’analisi ante operam ne evidenziasse l’assoluta necessità». Dunque, la decisione spetta ai professionisti che si occuperanno della successiva progettazione per la quale sono necessarie diverse indagini.

Gli spazi ai piedi dei palazzi saranno dotati di pergole e attrezzature urbane per la socializzazione così da favorire l'aggregazione. Si abbattono le barriere architettoniche, si interviene sull'illuminazione pubblica, si creano percorsi esclusivi per i pedoni. Inoltre, si provvede alla riqualificazione di via Scarpetta con il ridisegno del marciapiede e la realizzazione di una fascia verde di alberi ad alto fusto. Saranno progettati sistemi ecologici per la raccolta dei rifiuti. Le aree permeabili di parcheggio ombreggiato si ottengono con strutture a pergolato coperte da piante rampicanti: il verde intervalla gli spazi di sosta e di socializzazione per i residenti. E si creano apposite aree per bambini e anziani arricchite di piante e alberi.

Gli edifici avranno una nuova “pelle”, ovvero una parete ventilata che in alcuni punti si “ingrossa” e diventa una sorta di volume che accoglie le macchine esterne dei condizionatori. «La struttura necessaria alla nuova parete “tecnica” oltre a collaborare agli interventi di messa in sicurezza sismica costituisce anche il rinforzo necessario ai solai di copertura trasformati in terrazze comuni sulle quali localizzare un sistema di orti in cassetta». Gli edifici saranno "avvolti" anche da pareti verticali con una facciata ventilata spessore complessivo venti centimetri. Sarà rimosso l'impianto fotovoltaico installato nel lontano 2004 per realizzarne uno nuovo in regime di autoconsumo condiviso: si produrrà energia elettrica per alimentare i singoli appartamenti e gli spazi comuni. Le caldaie saranno sostituite con altre di nuova generazione. Si valuterà la possibilità di raccogliere le acque piovane per irrigare le aree verdi e di installare rubinetti a risparmio idrico.

Un consistente piano di riqualificazione urbana e rigenerazione sociale per uno dei rioni popolari di Ponticelli più degradati e delicati da punti di vista sociale. Qui insistono anche altri spazi da recuperare che, però, non rientrano al momento in alcun progetto: il centro culturale di cupa Vicinale Pepe mai ultimato, e fortemente vandalizzato, e l’area mercatale al coperto in cui sono state realizzate delle abitazioni.

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