La notizia del crollo al Maschio Angioino ha fatto il giro del Paese. La tragedia sfiorata nel cuore della Napoli turistica, con il cedimento di uno dei monumenti più importanti d’Italia, ha suscitato diverse reazioni. Eppure, lo scorso maggio, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano aveva stanziato 13 milioni per il restyling di Castelnuovo, evidenziando l’urgenza delle operazioni: «È importante che le risorse già stanziate vengano spese immediatamente dagli enti attuatori», aveva detto il titolare del Mic. Del distacco del masso ha parlato ieri anche il sindaco Gaetano Manfredi, sottolineando che il «progetto sarà pronto per fine anno». Intanto, nei fatti, l’unica fortuna è che, alle 11.30 dell’altro giorno, nessuno si trovasse nell’area in cui è caduto il masso. Tanta paura ma nessun ferito. Anche se la zona del cedimento è a due passi dall’ingresso dell’Università Parthenope ed è nei pressi del Molo Beverello, da dove i visitatori si imbarcano per le isole.
Il restyling promesso non è ancora stato avviato. Alla fine del maggio 2023, il ministero della Cultura, tramite la Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la Direzione generale Musei, aveva annunciato fondi per 13 milioni per i lavori di restauro conservativo del Maschio Angioino. Le risorse, secondo la scheda tecnica, sono così distribuite: 2,5 milioni, provenienti dai fondi del Pnrr, destinati alla rimozione delle barriere fisiche e cognitive; 6 milioni, poi, destinati al restauro e al consolidamento dell’Arco trionfale e così ripartiti: 350mila euro per il 2021, 550mila euro per il 2022 e 750mila euro distribuiti equamente tra 2023, 2024, 2025, 2026 e 2027. Altri 600mila euro per il 2028, 1 milione per il 2029 e 2,25 milioni per il 2030. Gli altri 4,5 milioni, provenienti dai fondi comunitari del piano di azione e coesione 2007/2013, sono stati stanziati per messa in sicurezza e completamento delle barriere architettoniche. E per il potenziamento degli allestimenti. «Ho dato impulso agli uffici affinché procedano con speditezza - le parole di Sangiuliano nei mesi scorsi - A questi fondi ne andranno aggiunti altri sulla base di un progetto risolutivo delle problematiche di tutela, conservazione e valorizzazione del Maschio Angioino».
Da marzo è chiuso anche Castel dell’Ovo, in attesa di restauro. «Avevo già sottolineato in passato che il Maschio Angioino ha bisogno di un grande intervento di restauro - ha spiegato ieri Manfredi - Come del resto noi stiamo facendo a Castel dell’Ovo dove c’era un problema analogo.
Da Palazzo San Giacomo fanno sapere che le interlocuzioni con la Sovrintendenza per il ripristino dell’area del crollo sono avviate. A occuparsi del cedimento, per il Comune, è il Servizio tecnico patrimonio. Dalle ispezioni - argomentano dagli uffici - «non sono emersi particolari ammaloramenti nell’area interessata e ciò consente di escludere al momento criticità strutturali nell’edificio e di circoscrivere l’episodio al distacco di alcuni conci lapidei dal rivestimento che ricopre la struttura di tufo del castello». Saranno effettuati altri approfondimenti per definire portata e modalità della messa in sicurezza. In queste ore sarà poi ampliato il transennamento, a tutela dei tanti turisti che affollano il marciapiede di via Acton. Si procederà poi all’intervento di messa in sicurezza in corrispondenza del distacco, e alla verifica estesa a tutto il fronte del castello.