Napoli, la biblioteca de L'Amica Geniale rischia di chiudere: appello dei consiglieri

L'edificio che ospita l'Andreoli è tra i fitti passivi da dismettere entro il 2025

La biblioteca
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di Alessandro Bottone
Lunedì 11 Marzo 2024, 21:46
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SOS sul destino della biblioteca "Giulio Andreoli" di Poggioreale, nella zona orientale di Napoli. Nei prossimi mesi l'immobile che ospita il bene pubblico sarà dismesso così come previsto dal piano di razionalizzazione di Palazzo San Giacomo. Si rischia, quindi, di perdere il polo della cultura del rione Luzzatti, il complesso a ridosso della Ferrovia che è stato al centro della narrazione de “L’Amica Geniale”, la storia di Lila e Lenù nella fortunata seria televisiva e, prima ancora, nei romanzi di Elena Ferrante.

L’edificio di 2.500 metri quadrati in via Leonardo Murialdo, di proprietà della Regione Campania, è tra i "fitti passivi" che il Comune di Napoli intende dismettere così come previsto dal Patto per Napoli. Oltre a ospitare la biblioteca, esso dà spazio agli uffici del servizio attività tecniche della IV Municipalità - che presto saranno trasferiti nella sede di via Gianturco - e, fino a pochi mesi fa, era la base operativa di un'unità della polizia municipale fino al trasferimento dei caschi bianchi. La casa dell'ex custode, posta al primo piano, è ancora occupata dalla famiglia del dipendente morto nel 2014 ma dovrà essere liberata entro la prossima estate.

A preoccupare cittadini, associazioni e amministratori locali è proprio l'obiettivo da raggiungere attraverso il piano di razionalizzazione degli immobili in locazione passiva indicato nel DUP, documento unico di programmazione, 2024-2026. Il fabbricato di via Murialdo, cosiddetto "casa Platania", costa annualmente quasi 79mila euro alle casse dell'amministrazione comunale. La riduzione dei fitti passivi, su indirizzo della giunta comunale guidata da Gaetano Manfredi, andrà avanti per i prossimi mesi così come confermato dal piano provvisorio degli obiettivi dell'ente di piazza Municipio. L'Andreoli, dunque, rischia di non avere più una sede dopo anni di progetti e occasioni di particolare rilancio e valorizzazione anche grazie all'attenzione arrivata con il bestseller della Ferrante e con la seguitissima fiction della RAI e concretizzata anche con l'impegno di alcune realtà del terzo settore sociale.

La biblioteca di Poggioreale dovrebbe restare al suo posto almeno fino al 31 dicembre 2025. Dopo tale data il buio più totale. A discutere sulla futura chiusura della sede e sull'eventuale trasferimento sono stati i consiglieri della IV Municipalità nel corso dell'odierna riunione di Consiglio. «La Biblioteca Andreoli non può essere sradicata dal territorio di Poggioreale e, ancor di più, dal Rione Luzzatti. Nel Consiglio di oggi abbiamo proposto di convocare in tempi stretti una conferenza dei servizi con tutti gli uffici preposti del Comune di Napoli per cercare una valida alternativa, sempre nel Rione Luzzatti, e che inviti il Comune di Napoli a non smantellare un presidio di cultura e legalità, e da qualche tempo anche turistico», afferma Alessandro Gallo, capogruppo del Partito Democratico della Municipalità Poggioreale-Gianturco-Vicaria-San Lorenzo.

«Non ci opponiamo al piano di dismissione che il Comune di Napoli sta mettendo in essere in questi mesi e tantomeno non andremo contro alle intenzioni che un "buon governo" deve attuare in un’ottica di spending review ma la questione della biblioteca Andreoli va oltre il semplice ragionamento tecnico-economico in quanto i progetti che oggi si svolgono in quella struttura sono di carattere sociale e mirano a diffondere istruzione ma soprattutto cultura e senso civico» insiste Gallo anche a nome dei colleghi Vincenzo Borriello, Salvatore Esposito, Giovanni Borriello e Nunzio Esente. «Proporremo - aggiunge il consigliere municipale - che la biblioteca non si muovi dal suo posto almeno fino al 2026 e che, in estrema ratio, non si muovi dal quartiere di Poggioreale magari affidandogli spazi all'interno dell'ex Hotel Tiberio oggetto di restyling da parte del Comune di Napoli ove convergeranno tutti gli uffici del Palazzo di via Gianturco (altro debito passivo) e gli uffici tecnici municipali».

Il Consiglio municipale ha approvato un ordine del giorno - nato dal confronto costruttivo di tutte le forze di maggioranza - che dà mandato alla giunta del medesimo ente di attivarsi per fare chiarezza sul destino del luogo di cultura. «La biblioteca Andreoli è un importante presidio culturale e di legalità in un quartiere per noi importantissimo. La tenuta del tessuto sociale passa anche attraverso il mantenimento di avamposti culturali», afferma Maria Caniglia, presidente della IV Municipalità di Napoli, che insiste: «Con questo spirito porteremo avanti tutte le azioni e interlocuzioni necessarie sia a livello comunale che a livello regionale al fine di garantire la permanenza della biblioteca nel quartiere».

La biblioteca Andreoli è interessata già dal progetto finanziato PerifeBiblio: orari prolungati, laboratori per bambini, corsi di lingua, e tanto ancora fino all'estate del 2025. «Sembra paradossale che si inizi un processo di rilancio in un luogo per poi rischiare di vederlo chiuso», afferma Pietro Sabatino, presidente dell'associazione Noi@Europe, ente capofila del progetto PerifeBiblio finanziato da Cepell e Fondazione Con il Sud. «Secondo noi non si riesce a vedere la enorme potenzialità che c'è nel Rione e nella sua biblioteca: un quartiere che è nell'immaginario di milioni di persone a Napoli e nel mondo.

E in cui un centro culturale polivalente e moderno realizzato anche a tema "l'Amica geniale" avrebbe un impatto incredibile. In termini di reddito, lavoro, visibilità del quartiere ma soprattutto di servizi e qualità della vita», evidenzia Sabatino che insiste: «Invitiamo associazioni, cittadini, decisori politici a pensare a questa ipotesi. Trovare un accordo con la Regione, lasciare la biblioteca lì dov'è, e rilanciare, in un'ottica di sviluppo sostenibile del territorio».

Non l’unico bene da tutelare. Proprio accanto l’Andreoli, infatti, insiste l’ex Cinema Rivoli, ormai ridotto a rudere. La struttura dell’ex sala cinematografica, mai recuperata dalla Regione Campania che ne è proprietaria, dovrebbe lasciar spazio a un distretto sanitario, un complesso di attività sanitarie e laboratori a servizio del quartiere. Un annuncio rimasto tale.

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