Napoli, campo Rom di Barra da recuperare come compensazione al biodigestore

Ma nel 2021 è stata già scelta un'area degradata di Poggioreale

Napoli, campo Rom di Barra da recuperare come compensazione al biodigestore
Napoli, campo Rom di Barra da recuperare come compensazione al biodigestore
di Alessandro Bottone
Giovedì 14 Marzo 2024, 18:57 - Ultimo agg. 20:56
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Il recupero dell'ex campo Rom di Barra, nella zona orientale di Napoli, potrebbe essere una delle opere di compensazione ambientale legata alla costruzione dell'impianto di compostaggio che sarà realizzato nell'adiacente quartiere di Ponticelli. É una possibile soluzione alle condizioni di grave degrado del terreno a ridosso di via Mastellone da anni ridotto a discarica a cielo aperto e più volte interessato da pesanti roghi.

La circostanza è emersa nel corso dell'ultima riunione di commissione comunale con delega all'ambiente alla quale hanno partecipato l'assessore all'igiene urbana Vincenzo Santagada e i vertici di Asìa Napoli, l'azienda municipalizzata di Palazzo San Giacomo che realizzerà l'impianto per la produzione di compost e recupero del biometano in via Domenico De Roberto, il primo previsto in città per smaltire i rifiuti organici.

L'opera sorgerà in un'area di 72mila metri quadrati a ridosso del depuratore per una spesa complessiva di ben 38 milioni di euro tra progettazione e lavori. Il cantiere aprirà a giugno.

L’edificazione del biodigestore deve essere necessariamente accompagnata dalla compensazione. Nel decreto del 2021 che dà l’ok alla VIA, valutazione di impatto ambientale, dell'impianto di Ponticelli è prevista, infatti, la «rinaturalizzazione di un’area, da individuarsi in via preferenziale nell’ambito della municipalità di riferimento, di estensione uguale o superiore alla superficie d’intervento». E, in effetti, il Comune di Napoli, nel corso della conferenza dei servizi, «ha proposto la riqualificazione di un’area di circa 97mila metri quadrati in cui ricade un sito di 44mila metri quadrati censito nel piano regionale di bonifica». Si tratta, a ben vedere, di uno spazio incastrato tra via Vesuvio e via Gianturco a Poggioreale, quartiere compreso in una Municipalità diversa da quella del sito di compostaggio che ricade del territorio della VI Municipalità (Barra, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio).

La scelta del terreno alle spalle del rione Luzzatti è stata confermata a giugno 2022 quando Palazzo San Giacomo ha creato un tavolo tecnico per coordinare le attività utili alla prossima riqualificazione e, dunque, alla futura riconsegna alla collettività dello spazio. Nella riunione di ieri, invece, sono emerse notizie diverse. «La richiesta alla Regione del recupero campo rom di via Mastellone» è, infatti, tra le misure di compensazione previste dal Comune insieme alla vendita agevolata del 3 per cento dell'energia prodotta dall'impianto di compostaggio e agli interventi di riforestazione.

Cittadini e attivisti insistono sulla necessità di bonificare l’ampio terreno Barra dove sono stati abbandonati rifiuti di ogni genere. Servirebbero oltre cinque milioni e mezzo di euro soltanto per recuperare i cumuli e smaltirli stando a quanto dichiarato dall'assessore comunale nel corso di diverse occasioni. Molti più soldi per la vera e propria bonifica del sito che continua a essere preso di mira dai delinquenti nonostante il recente sequestro da parte delle forze dell'ordine utile alle indagini della magistratura. Intanto sono stati pubblicati i risultati dal monitoraggio della qualità dell'aria realizzato nei pressi di via Mastellone dal 23 ottobre 2023 al 19 gennaio scorso: relativamente alle polveri sottili (PM) si sono registrati sei giorni di superamento della soglia di concentrazione media giornaliera mentre «le concentrazioni degli altri inquinanti sono rimaste al di sotto di tutti i limiti di legge», scrivono i tecnici dell'Arpac, l'agenzia regionale cui la giunta guidata da Gaetano Manfredi ha commissionato l'attività di osservazione.

Il nodo più importante da sciogliere riguarda l'aspetto economico. Da sempre si auspica il coinvolgimento di Palazzo Santa Lucia per mettere mano alla vasta operazione di bonifica e recupero in quanto l'amministrazione comunale non ha a disposizione così tanti fondi per intervenire nel campo abitato dalla comunità nomade fino ad agosto 2021 quando le fiamme hanno avvolto baracche e cumuli di rifiuti abbandonati. Uno dei tanti roghi di fronte ai quali residenti e comitati si sono subito mobilitati perché preoccupati per la salute dei cittadini e il danno all'ambiente.

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