Napoli, rinasce la Galleria Navarra: sarà un ristorante con cocktail bar e spazi espositivi

Napoli, rinasce la Galleria Navarra: sarà un ristorante con cocktail bar e spazi espositivi
di Emiliano Caliendo
Giovedì 23 Giugno 2022, 20:00 - Ultimo agg. 20:18
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Un gioiello architettonico in piazza dei Martiri che, come l’araba fenice, risorge dalle proprie ceneri ovvero da anni di abusi edilizi e di contenzioso. Si tratta della Galleria Navarra, che dopo cinque anni di lavori, grazie al progetto degli imprenditori Franco Manna e Pippo Montella – già fondatori della catena di ristoranti Rossopomodoro - è stata completamente restaurata con un concept nuovo, ma che ne ha preservato l’antico pregio artistico e storico.

Tocca quindi ricostruirne in breve la storia. Il sito costituiva il Giardino di Delizie del monumentale Palazzo Nunziante, disegnato da Errico Alvino nel 1855. Nel 1908 il Duca di Mignano, Mariano Nunziante, vende il Giardino con le sue pertinenze all’antiquario Ercole Canessa. Successivamente, nel 1926 gli eredi Canessa vendono la proprietà alla Società American Express Company conservandone l’utilizzo come galleria antiquaria. Nel 1939 subentra l’antiquario Salvatore Navarra, eclettico mercante di tappeti e oggetti antichi, che acquisterà il giardino e le pertinenze solo nel 1951, dando poi il  suo nome alla Galleria. Questi abbellirà il cancello di recinzione dell'800 in ferro battuto con la storica insegna, conservata anche dall’ultimo restauro. Nel 1952, poi, il Ministero della Pubblica Istruzione sottopone a vincolo storico artistico i manufatti e il giardino che, a partire dagli anni ’90, passano nelle mani della famiglia D’Alessio

Il lungo contenzioso degli anni 2000 per la rimozione degli abusi e il ripristino dei luoghi si risolve nel 2016 con l’inizio dei lavori di recupero filologico e di restauro conservativo del giardino e dei manufatti storici, con contestuale rimozione dei corpi abusivi a cura della famiglia D’Alessio e sotto l’attenta supervisione della Soprintendenza. Una traversia che oggi restituisce finalmente all’antico splendore il civico numero 23 di piazza dei Martiri.

Demolite le superfetazioni e gli abusi perpetuatisi negli anni, il Giardino, con gli annessi edifici storici - il cosiddetto capanno del giardiniere e la cappella in stile neoclassico -, è tornato all’antico splendore. Sono stati ripristinati i tetti a falde e l’elegante architettura neoclassica con il timpano e il frontone, le lesene scanalate con capitello corinzio e il pronao. All’interno dell’edificio è stato portato in luce il prezioso pavimento di mosaico ed è stato ripristinato il soffitto a cassettoni in legno.

L’intervento di recupero filologico e restauro conservativo di Manna e Montella restituisce quindi alla città un luogo dimenticato da anni, dandogli nuova vita. La Nuova Galleria Navarra, infatti, sarà arricchita anche dalla presenza di una pizzeria-ristorante, di un cocktail bar e da uno spazio d’arte per esposizioni ed eventi. «Abbiamo iniziato quattro anni fa questa avventura in piazza dei Martiri, nella città che ci ha dato i natali», dice con orgoglio l’imprenditore Franco Manna. «Un progetto molto particolare e direi anche ambizioso: abbiamo condiviso quattro anni di lavoro insieme alla Soprintendenza. Questa era la vecchia Galleria Navarra, oltraggiata a partire dagli anni ’50 da abusi infiniti. Per cui a un certo punto abbiamo avviato questo progetto di recupero filologico dei luoghi. Sono stati abbattuti gli abusi e tutto ciò che c’era in più per ricostruire il luogo così com’era in origine. Le strutture fisse in muratura sono le stesse che avreste potuto vedere a inizio secolo scorso, dal 1900 in poi». Cucina e arte andranno a braccetto in quest’angolo di piazza dei Martiri: «L’attività sarà di ristorazione – prosegue Manna -, il marchio sarà Galleria Navarra con l’aggiunta della signature di Rossopomodoro, che ha curato tutti gli aspetti dell’investimento. Ricordo, inoltre, che piazza dei Martiri è stata la casa di Lucio Amelio (storico gallerista ndr), quindi dell’arte contemporanea napoletana. Amelio portò qui artisti immensi, tra gli altri Andy Warhol. Abbiamo dunque avviato una collaborazione con la Fondazione Made in Cloister che in un altro iconico luogo napoletano, l'ex Lanificio, ha organizzato delle esposizioni d’arte. La nostra collaborazione consisterà nel portare al centro di Napoli le esposizioni lì presenti. Abbiamo dato un’impostazione tale da consentire ai giovani artisti contemporanei di avere un punto di riferimento in questa piazza, in grado di essere un luogo d’esposizione e una vetrina di visibilità, proprio come fece D’Amelio. A ciò affianchiamo ciò che sappiamo fare ovvero la ristorazione, con l’aggiunta di un cocktail bar portato avanti da ragazzi in gambissima».

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La sala ristorante della Nuova Galleria è infatti particolarissima: oltre ad avere esposte le opere di alcuni giovani maestri di fotografia (Irene Angelino, Valentina De Rosa, Jessica Fiorillo, Serena Petricelli, Valentina Possente, Giuseppe Sannino), svetta in fondo una vera e propria chicca: «È stato poi realizzato un forno speciale. Noi – spiega Franco Manna - per circa vent’anni abbiamo portato in giro per il mondo il forno d’oro realizzato a suo tempo da Riccardo Dalisi. Qui, per piazza dei Martiri, abbiamo invece collaborato con Filippo Ventrella dell’omonimo marchio di gioielleria che ha realizzato il forno che prende la forma della figura iconica di San Gennaro. Nel ventre di quest’ultimo c’è il fuoco del forno, a simboleggiare il ventre e il calore della città». 

Scatta adesso il conto alla rovescia per l’attesa apertura del ristorante e del cocktail bar in grado di unire le nuove tendenze della mixology internazionale ai sempiterni cocktail da classico «bar italiano». L’offerta gastronomica sarà affidata a due colonne portanti di Rossopomodoro: Davide Civitiello, maestro pizzaiolo di fama internazionale, e lo chef Antonio Sorrentino che ha dato qualche anticipazione su quello che sarà il menù: «In un posto storico non possiamo fare altro che avere una cucina tradizionale con un tocco di novità e bollicine. Una cucina semplice che racconta la storia dei piatti della cucina napoletana con qualche piccola innovazione. Ad esempio, gli antipasti classici dalla caponata alla mozzarella servita con spuma di basilico, che dà lo stesso sapore del basilico classico ma con leggerezza e un po’ d’innovazione». Ovviamente, trattandosi di Rossopomodoro, non mancherà la pizza – a lunga lievitazione e con topping di alta qualità – su cui lo chef non si sottrae a una riflessione considerando le recenti polemiche suscitate dalle critiche di Flavio Briatore alla tradizionale pizza napoletana: «Si parla troppo spesso di pizza come se si trattasse di calcio. Quasi nessuno ha mai giocato a calcio ma tutti ne parlano. Stesso discorso per la pizza. La pizza napoletana ha la sua storia ma ricordiamo che vent’anni fa nel mondo non esisteva. E ancora oggi siamo solo il 2% della vendita delle pizze nel mondo: quindi dobbiamo fare ancora una lunga strada, avendo sempre come base la nostra tradizione e storia. Perché sicuramente la pizza napoletana l’hanno inventata i napoletani». Tra foto d’autore e l’atmosfera bucolica del Giardino della Nuova Galleria Navarra, è proprio il caso di dire buon appetito allora.

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