A via Orazio, nell'ormai ex salotto buono di Posillipo, l'antico adagio Napoletano «vedi Napoli e poi muori», attribuito secondo alcune leggende alla sciantosa napoletana Gilda Mignonette, oggi potrebbe essere parafrasato in «vedi Napoli e poi cadi, di sotto». Nella migliore delle ipotesi il rischio di ferirsi e di essere costretti a ricorrere in ospedale per una urgente cura antitetanica è concreto. Tutta colpa della balaustra panoramica che protegge una delle strade più belle della città, dove migliaia di turisti arrivano ogni giorno appositamente per ammirare la bellezza del golfo di Napoli e del Vesuvio visti dall'alto, uno spettacolo unico nel suo genere ma non privo di rischi.
Sono ormai diversi anni - le denunce da parte di residenti e comitati civici sono numerose - che la balaustra verde si presenta in pessime condizioni di conservazione.
Un vero e proprio disastro che dimostra come il quartiere Posillipo, nonostante la sua bellezza e la passata importanza, stia lentamente sprofondando verso il degrado più totale nel silenzio - o quasi - delle istituzioni cittadine. Alcune settimane fa l'ex sindaco, ex presidente della Regione Campania e attuale consigliere comunale Antonio Bassolino aveva affidato a Twitter la sua riprovazione per il degrado di Posillipo. Inutile sottolineare come le parole del decano del consiglio comunale siano rimaste lettera morta in una città ormai dedita solo alla quotidiana conta dei turisti e dei gitanti che arrivano in città per la toccata e fuga.
Ad indignarsi per uno stato di fatto vergognoso - Posillipo è, insieme a Capodimonte, uno degli esempi più lampanti delle periferie del centro, aree urbane geograficamente contingue al centro storico ma abbandonate al pari delle periferie più lontane - sono soprattutto i residenti. Posillipo, infatti, si sta lentamente trasformando in un quartiere dove, specie nei fine settimana, abbondano i fatti di cronaca nera, e dove l'antico splendore e l'antica bellezza sembrano essere diventati solo un ricordo sbiadito che ha lasciato il posto a rimpianti e recriminazioni.