La risistemazione delle aiuole centrali di piazza Carlo III doveva rappresentare un primo passo verso la riqualificazione totale di una delle piazze-simbolo della città. Ma a giudicare dall'attuale stato del verde nella piazza che affaccia sull'enorme palazzo monumentale settecentesco voluto dai Borbone, il progetto è, almeno al momento, miseramente fallito. Oggi le aiuole inaugurate nel dicembre 2016 versano in condizioni pietose. Tra le erbacce - a questo sono ridotti i giardinetti - che in alcuni punti raggiungono la ragguardevole altezza di un metro, si possono facilmente notare i resti degli accampamenti notturni dei clochard che hanno praticamente colonizzato le panchine e gli spazi verdi.
La piazza intitolata al primo sovrano della dinastia borbonica a regnare su Napoli è finita più volte al centro delle polemiche per il generale stato di trascuratezza che si respira in zona e per la delicata questione della cura del verde pubblico. A complicare ulteriormente le cose la particolare conformazione di piazza Carlo III. La zona che costeggia il Real Albergo dei Poveri è di competenza della III Municipalità guidata da Ivo Poggiani mentre, invece, il prospetto che da su corso Garibaldi è di diretta competenza della IV Municipalità guidata da Giampiero Perrella. Una difficoltà non da poco dal momento che ogni parlamentino, almeno in teoria, ha il suo ufficio verde e i suoi addetti.
Se le aiuole centrali di competenza della IV Municipalità non se la passano bene, nemmeno la porzione di verde di competenza del terzo parlamentino è in buone condizioni. Dalle grosse palme di tanto in tanto si staccano pezzi di rami che potrebbero potenzialmente rappresentare un pericolo anche per l'incolumtà dei passanti mentre anche nei giardinetti che affiancano palazzo Fuga sono ben evidenti le tracce dell' "utilizzo" fatto dai clochard degli spazi verdi, utilizzati - secondo le denunce dei residenti - anche per espletare bisogni fisiologici.
«Queste dovevano essere le aiuole della legalità e delle famiglie che dovevano frequentarle - denuncia il presidente del Comitato Vivere il Quartiere Enrico Cella - invece sono appannaggio solo di clochard e di tossicodipendenti che tengono lontani gli abitanti del quartiere. Nessuno vuole puntare il dito sui senza fissa dimora, ma non è possibile che i giardini riqualificati con un notevole esborso economico siano già ridotti in queste condizioni. Nessuno si degna di curare la manutenzione del verde - prosegue Cella - che in inverno diventa una giungla e d'estate si trasforma in un deserto rinsecchito.