Milot, bufera sulla chiave a piazza Mercato: «L'opera resti qui»

Sono tanti i commenti negativi che piovono su Facebook, sull'opportunità dell'installazione e non solo

L'inaugurazione dell'opera di Milot
L'inaugurazione dell'opera di Milot
di Gennaro Di Biase
Martedì 4 Aprile 2023, 11:10 - Ultimo agg. 24 Aprile, 15:22
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Chiave sì o chiave no? Napoli è un universo che basta a se stesso, nel bene e nel male. Viva, emotiva, multiculturale ma anche difficile, pronta alle critiche e alle lotte intestine. E così l'opera d'arte di Mirashi Milot, che da poco riempie il vuoto di piazza Mercato, getta il seme della discordia sui social. Sono tanti i commenti negativi che piovono su Facebook, sull'opportunità dell'installazione e non solo. L'artista si difende e passa al rilancio: «Chiederemo al Comune di allungare la durata dell'installazione - spiega - Dopo Napoli, la chiave arriverà in altre importanti città europee». Partenope, dunque, ha fatto da apripista per un progetto da 1 milione che punta a fare il giro di mezzo continente. «Il Comune precisa Milot non ha speso però nemmeno un euro». 

I commenti non sono teneri.

Sulla pagina del Comune, al di sotto del post che raffigura la chiave di Milot (nome inglese: «Key of Today»), c'è un coro di contestazioni che diventano anche critiche politiche nei confronti dell'amministrazione. «L'utilità di questo mostro in Piazza Mercato? Questa amministrazione supera quella di Dema», si legge.

Oppure: «Come esposizione di articoli per la casa aveva dignità di piazza monumentale?». Ancora: «Invece di valorizzare la piazza e renderla più vivibile sia per chi ci abita sia per i turisti» e ancora «dignità di piazza: concetto molto soggettivo a quanto pare». «Un mausoleo a cosa serve? Ai bambini per giocare? Agli anziani per sedersi?». Sui social c'è anche chi teme che qualcuno, dopo l'imbrattamento delle Sfingi colorate d'azzurro, possa decorare anche la chiave arrotolata. Piazza Mercato, in ogni caso, dopo decenni di deserto e dopo i lavori Unesco, ritrova un'installazione artistica. Le difficoltà dell'area a ridosso di Palazzo Ottieri, dopo il restyling, non sono ancora state superate. L'indotto turistico stenta ad arrivare. L'opera di Milot, in quest'ottica, attrae curiosi. E riempie i vuoti. 

Una chiave a spirale. Un passe-partout arrotolato, simbolo del fatto che le soluzioni non sono semplici. E non lo è, appunto, nemmeno l'installazione di un'opera d'arte. «La chiave è arrotolata - spiega Milot - perché a essere un saliscendi è la vita stessa. La struttura è storta anche perché reputo che ogni chiave sia inutile. Si apra tutto, si abbattano i muri. È significativo che l'opera sia installata nella piazza di Masaniello». Nella piazza Mercato esoterica e rivoluzionaria che, come avvenuto in passato, ha spesso rovesciato le regole della storia. Lo stesso destino di Milot, da migrante albanese cresciuto a Cervinara (dove fu accolto, ragazzo, in bottega da una famiglia del luogo), ad artista internazionale, dimostra la non linearità della storia.

 

«Le contestazioni - prosegue l'artista - fanno un po' il gioco delle parti: non ho problemi su questo. Ciò che conta sono l'ok del sindaco e il parere della gente: i bambini del quartiere sono felici e ci ho fatto anche amicizia. A chi mi ha criticato ho risposto, tra l'altro, che io“"sono contro l'indifferenza”. Quindi che la contestazione è meglio del silenzio. Voglio sottolineare che il Comune non ha speso niente. Tutti i costi sono stati sostenuti dalla Jean Wolf company, che ha pagato 1 milione per l'operazione». 

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Dopo Napoli, la chiave arriverà probabilmente a Roma, Milano o Torino. «Chiederemo al sindaco di lasciarla al Mercato fino a settembre, un paio di mesi in più rispetto al previsto. - aggiunge l'artista - C'è una mia chiave a Cervinara, al momento, ho iniziato a farne un'altra a Mercogliano. Presto anche a Scutari. Inviterò anche Manfredi lì. Dopo altre due città italiane, l'opera è candidata ad andare a Madrid, Berlino o Bruxelles. Siamo in contatto con diverse capitali. Ringrazio il sindaco, Maurizio de Giovanni che ha curato l'operazione, Michele Stanzione (direttore artistico), Maichel Kaiser (direttore esecutivo) e i collaboratori: Francesco Bianco, Junjie Lai, Albine Shkreli Mirashi, l'ingegnere Michele Palumbo e l'organizzazione Millevolti Arte. Qualcuno mi ha attaccato personalmente: mi ha fatto male. La scultura può non piacere, ma perché scrivere “la chiave è una chiavica come l'artista”? Sono insulti gratuiti che amareggiano». 

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