Le origini del «corniciello» napoletano sono remote. L'antico «fallus» romano foriero di fertilità, oppure le «corna» della dea Iside, così venerata nella Neapolis antica.
Non vi è oggetto più scaramantico, più portatore di fortuna - secondo la credenza - e più commercialmente «pagano» all'ombra del Vesuvio. E il fatto che oggi lo si associ al terzo scudetto del Napoli, vuol dire che la città ci crede davvero, nonostante vi siano ancora 12 partite da giocare.
Succede a San Gregorio Armeno, la storica via dei presepi.
Magari in questo momento mister Spalletti e i suoi ragazzi si staranno «proteggendo»con qualche gesto apotropaico. Eppure, allo stesso tempo, il "corniciello" del terzo scudetto è un piccolo assaggio della festa che verrà, per una città già in fermento da marzo per il trionfo della sua squadra, atteso da 33 anni.