Venere degli stracci in fiamme, sgomento tra i napoletani: «Dalle tue ceneri possa sorgere una città migliore»

L'odore acre di resina e gesso bruciato avvolge ancora l’intera area

La Venere degli stracci in fiamme
La Venere degli stracci in fiamme
di Alessio Liberini
Mercoledì 12 Luglio 2023, 15:43 - Ultimo agg. 13 Luglio, 07:00
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«Che dalle tue ceneri possa risorgere una città migliore» recita un bigliettino anonimo lasciato, insieme ad un mazzo di rose, accanto a ciò che resta della Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto.

Dopo il rogo, appiccato all’alba di questa mattina, monta rabbia e sgomento tra i napoletani di passaggio in piazza Municipio. Dove l’odore acre di resina e gesso bruciato avvolge ancora l’intera area. Come un triste pellegrinaggio laico, tanti cittadini portano fiori in segno di lutto mentre i turisti provenienti dal vicino porto appaiono sbalorditi e sconcertati alla vista della brace di indumenti usati: ciò che resta dell’installazione di arte contemporanea inaugurata solo lo scorso 28 giugno.

«Quest’atto rappresenta una debolezza per la nostra città che ha bisogno di rinascere, non di essere bruciata».

Biagio Ippolito, residente della zona, osserva attonito lo scempio che appare sotto i suoi occhi: «Forse quest’opera pubblica non ce la siamo meritata. Decide questa gentaglia che una venere delle pezze diventi venere delle ceneri. Però sono delle ceneri che ci lasciano davvero tanto tanto amaro».

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Un’amarezza che si trasforma in grande, grandissimo, imbarazzo per chi come Piero Mazza, operatore turistico della città, ogni giorno accompagna i visitatori provenienti da tutto il mondo alla scoperta delle mille bellezze e sfaccettature di Partenope: «Vedere cose di questo tipo è avvilente. Sono stato qui nei giorni scorsi con diversi gruppi di turisti, l’opera aveva riscontrato una grande attenzione tra i visitatori entrando subito nel nostro percorso di visita».

«Oggi ero con dei clienti americani – racconta ancora il tour operator - sinceramente ho bypassato la tappa a ciò che resta dell’installazione per evitare l’imbarazzo di dover spiegare un’ennesima situazione di degrado che purtroppo riguarda la nostra città».

Recintata già dalle prime ore del giorno, dai nastri posti dagli agenti del Commissariato San Ferdinando della Polizia di Stato - che ha messo sotto sequestro l’opera diventata oramai una carcassa di ferro bruciata – la zona interessata dall’incendio continua ad attrarre grande attenzione sui volti smarriti di partenopei e turisti.

Marzia, in visita da diversi giorni nel capoluogo campano con il proprio marito, viene da Biella, la città natale di Michelangelo Pistoletto. «Che vergona» dice la donna cercando di capire come sia potuta accadere una cosa del genere: «Ero passata da qui solo l’altro giorno, mi dispiace davvero molto perché la motivazione di questo gesto è veramente incomprensibile. Ma, ad ogni caso, apprezzo i bigliettini affettuosi lasciati dai cittadini: perché comunque Napoli resta sempre bella».

 

Intanto, mentre gli inquirenti indagano per ricostruire le dinamiche del disastro, le prime piste portano sulla strada dell’incendio doloso. «Negli ultimi giorni – ha dichiarato in mattinata il sindaco Gaetano Manfredi - mi hanno detto dalla Fondazione Pistoletto che c'era una specie di gara sui social di gente che invitava a bruciare la statua. Purtroppo viviamo in una società in cui questi atti di violenza gratuita sono all'ordine del giorno».

Un’indiscrezione, quella rilasciata dal primo cittadino, che ha difatti alimentato lo sdegno dei napoletani. Alcuni chiedono speciali interventi di videosorveglianza, da affiancare alle installazioni artistiche presenti in spazi pubblici della città, altri invece reclamano – giustamente – maggior responsabilità e coscienza, in special modo per gli abitanti più giovani di Napoli: «Se tutti siamo civili non c’è bisogno di guardiani per ogni cosa che installiamo in questa città» osserva la signora Licia.  

«Ovviamente si tratta dell’ennesimo caso dove noi napoletani non ci sappiamo tenere niente – commenta mesto Enzo, cameriere di una pizzeria posta in via Santa Brigida – per lo stesso motivo ormai abbiamo rinunciato a mettere l’albero di Natale nella galleria Umberto I, purtroppo non ci sappiamo tenere niente...».

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