Napoli, studentessa accusa: «Fuori corso per un esame e costretta a pagare». L'Ateneo: «Regole uguali per tutti»

Napoli, studentessa accusa: «Fuori corso per un esame e costretta a pagare». L'Ateneo: «Regole uguali per tutti»
di Paola Marano
Mercoledì 29 Aprile 2020, 14:39 - Ultimo agg. 30 Aprile, 12:29
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«Non è giusto che studenti a cui manca un unico esame per la tesi devono - in queste circostanze -  ritrovarsi a pagare le tasse accademiche come fuori corso. Ci sono persone che come me vorrebbero iscriversi anche alla magistrale o a un master, e per le quali laurearsi ad ottobre o giugno vorrebbe dire perdere un anno».
A denunciare le difficoltà che molti studenti universitari stanno attraversando in questo periodo di pandemia è Rosa D. V., ragazza iscritta al terzo anno della facoltà di scienze della comunicazione all’Università SuorOrsola Benincasa di Napoli.

Rosa avrebbe dovuto sostenere il suo ultimo esame di economia politica lo scorso 27 febbraio, ma quando sono scattate le misure di prevenzione sanitaria l’ultimo ostacolo da affrontare prima di poter mettere la corona di alloro e festeggiare è stato rimandato a data di destinarsi. Dopo varie richieste da parte della ragazza di sostenere l’esame quanto prima per non incorrere nel rischio di finire fuori corso, la studentessa riesce a sottoporsi alla prova da remoto soltanto lo scorso 3 aprile, senza però riuscire a ottenere una promozione.

«All’esame mi vengono fatte 3 domande, se rispondi male o non rispondi sei fuori - racconta Rosa - io riesco a rispondere solo a due, quindi il professore decide di rimandarmi al prossimo appello. Gli chiedo un’altra domanda dato che è il mio ultimo esame, ma per una questione di par condicio non me la concede».

Da quel momento quindi si ritrova ad essere ufficialmente un'iscritta fuori corso, e a dover pagare, oltre a due rate di iscrizione per un nuovo anno accademico, anche una terza rata calcolata in base all’indicatore della situazione economica familiare. «Tutto questo per un solo esame e la seduta di laurea – continua – e l’unica cosa concessa per i casi come il mio è un’esenzione del 20%  che sul totale ammonta a molto poco».

Per la suororsolina le misure messe in atto dall’ateneo partenopeo non sono sufficienti a far fronte a questo periodo di crisi. «La Federico II ha prorogato fino a giungo inoltrato il pagamento delle tasse dando alle persone comunque tempo di organizzarsi per pagare in questo periodo di crisi, mentre il SuorOrsola lo ha fatto solo fino al 29 maggio. Mio padre è un semplice operaio autonomo che non percepisce reddito da quando è iniziata la pandemia, e ha sempre fatto sacrifici su sacrifici per veder realizzato il sogno di una figlia».

Preoccupazione che accomuna tanti altri studenti, riuniti nel gruppo facebook Tasse Covid-19 Unisob, nato per raccogliere le esigenze dei molti che attraverso una petizione su Change.org si appellano al Ministro per la ricerca e l’università Gaetano Manfredi e al premier Conte. «Il diritto e la cultura sono diritti e in quanto tali devono essere tutelati. Gli studenti universitari chiedono agevolazioni economiche; dunque riduzione, slittamento e ridefinizione del piano del piano tasse – si legge -  Inoltre i corsi online non bastano per fare un passo verso gli studenti. Bisogna riorganizzare il materiale di studio al fine degli esami, anche il materiale dovrebbe essere materiale online alla portata di tutti».
 
«C’è sempre grande dispiacere quando un nostro studente non riesce a completare il percorso accademico entro la sua normale durata anche perché il nostro Ateneo prevede un sistema didattico così attento alle esigenze dei singoli studenti, che, anche attraverso delle misure di tutoraggio individuale, cerca di offrire tutti gli strumenti per completare gli studi nei tempi previsti - interviene Lucio d’Alessandro Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa - ciò nondimeno quando, come in questo caso, purtroppo c’è uno studente che per ragioni di merito non riesce a superare tutti gli esami previsti nel tempo prestabilito dalla legge abbiamo da anni messo in campo numerosi strumenti a sua tutela. Innanzitutto una sorta di contratto con lo studente con il quale ci impegniamo a non aumentare mai il costo delle tasse rispetto al suo anno iniziale di immatricolazione e poi, come in questo caso, anche un cospicuo sconto sulle tasse nel caso allo studente restino solo uno o due esami da sostenere».

«La studentessa di cui si parla nell’articolo - ricostruisce d’Alessandro - è stata specificamente assistita dalla nostra Segreteria Studenti che opera con solerzia anche in queste settimane in cui, come in molti altri uffici pubblici e privati, si lavora in regime di smart working. Spiace che non si sia ricordato in modo esaustivo che le sono state prospettate tutte le possibilità di riduzione delle tasse, di rateizzazione delle stesse e persino la possibilità di essere riammessa nei termini di presentazione del modello Isee che le potrebbe consentire una eventuale ulteriore riduzione delle tasse. L’unica cosa che (per fortuna) non è possibile fare è quella di intervenire sull’autonomia didattica dei singoli docenti sulla cui professionalità, anche rigorosa, il nostro Ateneo ha costruito negli anni una reputazione, anche internazionale, della quale beneficiano anche e soprattutto i nostri laureati che poi si affacciano al mondo del lavoro, come testimoniano i nostri dati di placement. Certamente anche questa nostra studentessa, a cui continueremo ad offrire tutta la nostra disponibilità e tutti i nostri servizi, conseguirà l’atteso e meritato risultato ed il ricordo di una ‘bocciatura’ e di un momento difficile faranno parte del suo patrimonio di esperienze formative. Quanto all’attuale situazione emergenziale va chiarito che, come gli altri Atenei del Paese, abbiamo previsto il differimento dei termini di pagamento delle tasse che nella nostra Università (non statale) sono inferiori spesso anche del 50% rispetto a quelle di molte altre Università non statali italiane e sono oggetto di una specifica politica di attenzione al merito e alle fasce deboli secondo la nostra originaria vocazione di contribuire allo sviluppo di nuove professionalità e di una nuova classe dirigente a partire da quanti nel Mezzogiorno vogliono formarsi con serietà». 

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