Coronavirus, casi al Cardarelli: stop
a Urologia, pronto soccorso interdetto

Coronavirus, casi al Cardarelli: stop a Urologia, pronto soccorso interdetto
di Melina Chiapparino
Mercoledì 29 Aprile 2020, 14:30
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Secondo stop per il reparto di Urologia dell’ospedale Cardarelli, dove è stata riscontrata la positività al Covid-19 in due infermieri e, come da protocollo, sono state attivate le procedure di sanificazione degli ambienti. Da questa mattina, dunque, è stata interdetta la camera operatoria annessa all’Urologia ed è stato disposto il blocco dei ricoveri per il reparto così da consentire le operazioni di igienizzazione dei luoghi e, parallelamente, sono in corso le attività di screening e individuazione del personale e dei pazienti venuti a contatto con gli infermieri contagiati. Attualmente, anche il pronto soccorso è stato interdetto a causa della presenza di un paziente sospetto Covid-19 e, anche in questo caso, le operazioni di sanificazione potrebbero richiedere alcune ore, dopo le quali si procederà alla riapertura. 

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Poco più di una settimana fa, lo scorso 21 aprile, gli stessi ambienti furono interdetti per 24 ore, in seguito al riscontro della positività al Coronavirus di un medico in forza al reparto di Urologia e, anche in quell’occasione, la direzione ospedaliera rese noto di eseguire una mappatura delle persone venute a contatto con il dottore, sia nell’ambito ospedaliero che tra la platea dei pazienti assistiti. Questa volta, il secondo stop forzato delle attività che, come fa sapere la direzione del Cardarelli non interrompe l’assistenza ordinaria dei pazienti già presenti in reparto, potrebbe durare tra le 24 e le 48 ore, a seconda delle necessità di sanificazione e dei risultati degli screening in corso sul personale potenzialmente a rischio contagio per il contatto con gli infermieri.

Su questo aspetto, arrivano chiarimenti da parte dell’area Gestione dell’Emergenza in forza alla direzione del Cardarelli che assicura «la fornitura nel reparto di Urologia e della camera operatoria annessa dei dispositivi di protezione previsti dalle normative che includono mascherine ad alto filtraggio e guanti- spiega Ciro Coppola – e l’esecuzione di operazioni di sanificazioni approfondite». Se inizialmente l’igienizzazione degli ambienti veniva eseguita dall’Asl Napoli 1 Centro, ora «di concerto con il Policlinico Federiciano, nello specifico la facoltà di Igiene, il Caradrelli ha adottato un protocollo di sanificazione superiore – continua Coppola- eseguito da una squadra specificamente formata e addestrata, composta da operatori della Romeo». Infine sui due infermieri contagiati, «viene stilato un elenco del personale venuto a contatto con i sanitari ed eventualmente, se ci dovesse essere la condizione, anche dei pazienti venuti in contatto, compresi quelli eventualmente dimessi, la cui comunicazione viene trasmessa anche all’Asl territoriale di competenza a cui spetta il successivo monitoraggio e la presa in carico» conclude Coppola.

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