«Don Peppino Diana - si legge nel documento firmato dall'ex magistrato - è il parroco che si offre al 'suo popolò per liberarlo dalla asfissiante oppressione della camorra. Nasce, cresce, diventa prete, viene assassinato a Casal di Principe (4 luglio 1958-19 marzo 1994). Una vita terrena troppo breve per non protrarsi anche nella mente e nel cuore della gente, che lo venera ancora, nonostante gli anni si annodino anche a cortecce cruente, senza però erodere la speranza».
«I suoi ragazzi - prosegue l'appello, già condiviso da diversi esponenti del mondo dell'associazionismo e del volontariato - continuano a camminare con la sua 'fede enormè nelle gambe, a fare squadra con lui, a sentirsi pari a lui, pur riconoscendogli 'un'autorità irresistibilè».
Di qui l'appello: «Santo Padre, La imploriamo di rendere questo riconoscimento, ma non per i miracoli che potrebbe propiziare, nè per le grazie che potrebbe promuovere o le preghiere che potrebbe esaudire, ma solamente e semplicemente per quello che ha detto e fatto.
Ci rivolgiamo direttamente a Lei, anche perchè ha indossato la stola di don Peppino, appoggiata sulle Sue spalle da don Luigi Ciotti il 21 marzo 2014».
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