Emergenza lavoro a Napoli, giovani sempre più sfruttati: «Massimo 3 euro l'ora»

Trovare lavoro a Napoli sembra sempre di più un’impresa titanica

Giovani sempre più sfruttati sul lavoro
Giovani sempre più sfruttati sul lavoro
di Anna Menale
Sabato 22 Luglio 2023, 14:59 - Ultimo agg. 23 Luglio, 08:56
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Quattro euro all’ora, full time con lo stipendio di un part time, mansioni che in realtà si rivelano diverse da quelle prefissate, annunci fittizi: trovare lavoro a Napoli sembra sempre di più un’impresa titanica, e i giovani - che non vorrebbero lasciare la propria città, ma spesso lo fanno per necessità - lo raccontano. 

Basta controllare gli annunci lavorativi presenti su varie piattaforme per comprendere la portata del problema: ci sono offerte per un full time a 800 euro, proposte di collaborazioni da svolgere senza compenso perché ritenute “formative”, c’è qualcuno che offre 100 euro alla settimana per lavorare in un bar, e nella maggioranza dei casi il compenso non è specificato. 

«Sono laureata e non riesco a trovare lavoro nell’ambito per cui ho studiato anni. Allora ho risposto a degli annunci per lavorare in un call center. Sono stata selezionata e quando mi sono presentata al colloquio la responsabile mi ha proposto di lavorare per 4 euro all’ora, full time. Non ho accettato perché non mi è sembrata un’offerta dignitosa. Continuerò a cercare, ma penso che alla fine dovrò lasciare Napoli, come fanno molti coetanei», racconta una 25enne napoletana. 

«La mia migliore amica lavora in una scuola paritaria. Guadagna 300 euro al mese senza contratto, per un full time. Non può prendersi malattie, non può prendersi giorni di ferie. Una volta è stata davvero male con una febbre a 40, ha dovuto assentarsi e le è stato detto che se avesse continuato avrebbe perso il lavoro», è la testimonianza di una 27enne. 

Un’analisi svolta dall'Inapp (Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche) all’inizio di quest’anno ha riscontrato un problema importante legato alla qualità del lavoro in Italia e in particolare nel Mezzogiorno, dove il 28% dei lavoratori e delle lavoratrici ha dichiarato di percepire a rischio la propria salute sul posto di lavoro. 

Inoltre, nella stessa indagine è emerso che in tutto il paese più di un terzo dei lavoratori e delle lavoratrici (37%) sente di non avere alcuna flessibilità rispetto all’orario.

A sottolineare quest’aspetto sono state in maggioranza donne (42%) e in particolare dipendenti nel pubblico (50%). 

Non a caso gli ultimi dati raccolti dall’Istat mostrano un divario fra il tasso di occupazione maschile e quello femminile. Nel 2022 il 69,2% degli uomini fra i 15 e i 64 anni aveva un’occupazione; nella stessa fascia d’età, invece, soltanto il 51,1% delle donne ce l’aveva. Nel 2023 la situazione è cambiata, ma poco: ad aprile il tasso d’occupazione maschile è salito al 69,8% e quello femminile al 52,3%. Anche in questo caso, al Sud la situazione è più critica. 

Il dato più preoccupante di tutti riguarda l’occupazione giovanile, che, rispetto all’anno scorso, è calato dello 0,3%, mentre è aumentata sia la disoccupazione sia l’inattività. 

«Faccio la cassiera in un supermercato. Guadagno 700 euro e mi chiedono di svolgere mansioni che non dovrei svolgere da contratto, come le pulizie», dice una ragazza che preferisce l’anonimato. 

«Nel mondo musicale c’è molto maschilismo. Mi è successo molte volte di sentirmi posta in secondo piano, ho sentito frasi assurde, mi hanno detto che le donne sono inferiori rispetto agli uomini. Io per fortuna ho un carattere forte, ma c’è molta misoginia, si percepisce e questo devo dirlo», racconta una cantante napoletana. 

«Dopo il diploma e durante i primi anni di università, per riuscire ad acquisire una piccola indipendenza economica ho iniziato a portare fisicamente dei curriculum in varie agenzie di viaggi, perché era un ambito in cui mi piaceva lavorare. Ogni volta mi dicevano che avrebbero visionato il curriculum e poi sarei stata contattata, ma non ho mai avuto alcun riscontro perché cercavano esperienza. Ma l'esperienza non ci sarà mai per noi giovani se nessuno è disposto ad assumerci», dichiara una 28enne. 

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Un malcontento, quello legato allo sfruttamento in ambito lavorativo a Napoli, che sembra presentarsi troppo spesso nella vita dei giovani (e non). 

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