Troppi incidenti stradali a Napoli: «Ora dossi e limiti di velocità»

L’appello per ottenere riforme radicali: «Anche a Napoli un tetto di 30 km orari»

Manifestazione a Napoli
Manifestazione a Napoli
di Melina Chiapparino
Venerdì 16 Febbraio 2024, 00:01 - Ultimo agg. 10:20
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«Napoli “Città 30” per garantire la sicurezza stradale e la tutela dei pedoni». Parole impresse sui cartelloni e gli striscioni colorati che ieri hanno animato il sit-in organizzato dopo l’ennesima vita spezzata a causa di un investimento mortale nel capoluogo partenopeo. Sul tratto finale di via Foria, ad angolo con via Duomo, dove lo scorso 29 gennaio la 68enne Antonietta De Rosa è stata travolta da un’auto, si sono riuniti cittadini, familiari di vittime di investimenti e associazioni per protestare contro “la strage dei pedoni”, che negli ultimi 18 mesi ha visto morire 17 persone su strade e piazze del perimetro cittadino.

La manifestazione, organizzata da Legambiente Campania nell’ambito della Clean Cities Campaign, è stata prima di tutto un grido d’aiuto per «ribadire con forza la necessità che Napoli si occupi senza ulteriori indugi della sicurezza stradale» ha fatto sapere Francesca Ferro, direttrice dell’associazione ambientalista che considera prioritaria «la possibilità, soprattutto per le utenze fragili, di potersi muovere senza rischiare la vita compiendo uno dei gesti divenuti più pericolosi in città, attraversare la strada».

Per questi motivi, la limitazione dei 30 chilometri orari in tutto il tessuto urbano cittadino è stata la richiesta principale esposta dai manifestanti che hanno partecipato al flash mob anche nelle vesti di ciclisti ribadendo il binomio di «una città più sicura e allo stesso tempo più sostenibile». 

Il Flash mob che ha riunito molte associazioni ambientaliste come Napoli Pedala, Cicloverdi e Fiab Napoli oltre alla capofila di Legambiente, è cominciato intorno alle 11 del mattino sul tratto di via Foria in corrispondenza con via Duomo, lungo le strisce pedonali che probabilmente Antonietta De Rosa ha percorso il giorno dell’investimento. La posizione esatta della donna, morta dopo dieci giorni di ricovero nel reparto di Rianimazione dell’ospedale del Mare, è ancora in fase di accertamento da parte della sezione Infortunistica stradale della polizia municipale. In ogni caso, l’ipotesi più probabile è che la 68enne, al momento dell’impatto con l’auto, si trovasse proprio sulle strisce dove il Flash mob ha preso vita ieri, impegnando i manifestanti anche in un attraversamento pedonale con gli striscioni di protesta in vista. «Non è possibile andare avanti con la mattanza dei pedoni e diciamo basta ai morti in strada a partire da una riforma che si può mettere in campo anche a Napoli con la limitazione in città a 30 chilometri orari», ha tuonato Luca Simeone, presidente di Napoli Pedala che ieri, durante il sit-in, non ha trascurato il tema della sostenibilità. «Per creare condizioni di sicurezza è necessario ridurre il numero di auto che entrano in città, a Napoli si tratta di 500mila veicoli ogni giorno che, tra l’altro, paralizzano il trasporto pubblico». 

 

«Limiti di 30 chilometri all’ora, realizzazione di piste ciclabili, restringimenti delle carreggiate e realizzazione di dossi e attraversamenti pedonali rialzati dove possibile». Queste le soluzioni di facile attuazione proposte per cominciare a garantire la sicurezza dei cittadini, come ha fatto sapere Francesca Ferro che insieme ai manifestanti ha illustrato le percentuali allarmanti, rilevate da Legambiente, in merito alle collisioni stradali. «Il 74% degli incidenti avviene in aree urbane cittadine e la prima causa delle collisioni è l’alta velocità», si leggeva su uno dei cartelloni impugnati dai manifestanti che hanno rivendicato anche la necessità di implementare «la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico che oltre a garantire maggiore sicurezza per automobilisti e pedoni, abbattono drasticamente le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici». Secondo i dati di Legambiente, infatti, il capoluogo partenopeo entro il 2030 dovrà fare uno sforzo notevole per rispettare i limiti previsti dalle nuove direttive della qualità dell’aria. 

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«Fermate la strage dei pedoni» è stato il grido d’aiuto condiviso dai manifestanti e dai familiari delle vittime che nel sit-in hanno visto una speranza per riportare all’attenzione delle istituzioni l’emergenza della sicurezza stradale a Napoli. Non solo. «La limitata disponibilità del trasporto pubblico incide persino sull’accessibilità dei servizi sanitari dal momento che sul campione analizzato da Legambiente, circa il 29% dei soggetti ha rinunciato a cure o viste sanitarie a causa dei tempi di spostamento troppo lunghi o per assenza di mezzi pubblici», ha concluso Ferro.

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