Caso Cpl, Diana si difende: «Da sempre dalla parte dello Stato, è la vendetta di Iovine»

Lorenzo Diana
Lorenzo Diana
Sabato 4 Luglio 2015, 09:26 - Ultimo agg. 5 Luglio, 10:48
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«È la vendetta di Iovine, il quale cerca di coprire gli ingenti patrimoni accumulati negli anni delegittimando chi come me è l'unica memoria storica in grado di ricostruire la sua carriera criminale». Passa al contrattacco Lorenzo Diana, ex parlamentare impegnato nell'antimafia e da ieri indagato a Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Napoli che ha messo in luce un patto tra la Concordia Cpl e il clan dei Casalesi per la metanizzazione nell'Agro Aversano.

L'ex parlamentare del Pd («me ne andai dal partito nel 2010, dopo che candidarono alla Regione il sindaco di Villa Literno su cui aveva indagato da pm Cantone») ha trascorso la notte a Roma dove osserva il divieto di dimora cui è stato sottoposto per un'altra vicenda, relativa a un presunto abuso d'ufficio commesso in qualità di presidente del Centro agroalimentare di Napoli. «Rivendico con orgoglio l'impegno per portare il metano nel comune di San Cipriano d'Aversa - dice oggi a sua difesa - e ricordo che la Cpl si presentava come un'azienda al di sopra di ogni sospetto, ben vista anche dai funzionari prefettizi che all'epoca commissariavano i comuni del Casertano.

Se accordi ci sono stati con la camorra non mi hanno riguardato. Molte cose passavano sopra la testa dei Comuni. Io mi sono tenuto sempre mille miglia lontano dalla gestione degli appalti proprio perchè temevo le infiltrazioni camorristiche». L'inchiesta trae spunto dalle dichiarazioni di diversi pentiti tra cui Antonio Iovine, ex boss dei Casalesi e oggi collaboratore di giustizia: «Ai magistrati ricordo che io ho cacciato il cognato di 'Ò ninno' (il soprannome con il quale è conosciuto Iovine, ndr) in modo pubblico dal comune di San Cipriano. E sono stato minacciato di morte da Iovine, come avrei potuto fare patti con lui? Chiedero' che tirino fuori tutte le intercettazioni dei Casalesi dalle quali emerge che io per loro rappresento un nemico».

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