Movida a Napoli, la stretta del Comune: «Proteggiamo il centro storico Unesco»

Verso lo stop all'apertura di nuove di attività alimentari e di somministrazione per i prossimi tre anni

L'assessore Teresa Armato
L'assessore Teresa Armato
di Dario De Martino
Mercoledì 26 Luglio 2023, 08:00 - Ultimo agg. 27 Luglio, 07:21
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Stop all'apertura nel centro storico di nuove di attività alimentari e di somministrazione per i prossimi tre anni. È il contenuto della delibera che Palazzo San Giacomo ha già pronta e che potrebbe essere presentata nei prossimi giorni. Si tratta della misura che, insieme alle due delibere già approvate sulla regolamentazione di tavolini e dehors, chiuderà il pacchetto normativo «Centro storico Unesco» a cui ha lavorato l'assessore alle Attività produttive Teresa Armato dopo un'attività di confronto con Fipe Confcomercio e Aicast. Per dare esecutività alla delibera, presentarla alla città e scoprirne i dettagli bisognerà attendere ancora qualche giorno.

La delibera è frutto di un lavoro fatto di concerto con Regione Campania e Soprintendenza, utilizzando una norma nazionale che prevede questo tipo di interventi senza il passaggio né in consiglio comunale né in consiglio regionale.

Arrivato il via libera della Soprintendenza, si attende adesso soltanto il «sì» di Palazzo Santa Lucia. L'intesa sostanziale col Comune, però, già c'è e a giorni, probabilmente entro la fine della settimana, potrebbe esserci la presentazione della delibera. In buona sostanza si tratta dello stop alle licenze per attività di somministrazione nell'area del centro storico Unesco per i prossimi tre anni. Un modo per fermare l'apertura incontrollata di bar, spritzerie e friggitorie in ogni angolo della città.

Il modello usato da Palazzo San Giacomo è quello già sperimentato a Firenze e Venezia dove turismo di massa e movida hanno causato problemi simili a quelli che sta vivendo Napoli in questo periodo di boom di visitatori. «Napoli è una città molto attrattiva che ha grandi bellezze, grande capacità di interpretare quello che è il mondo di oggi, perché è una città vera, fatta di persone, storie, anima. Credo sia questo il motivo per il quale Napoli ha un successo enorme. Il nostro compito, adesso, è di preservare questa identità, che non venga stravolta da troppo turismo», aveva detto lunedì il sindaco Gaetano Manfredi. E proprio in questa direzione va la delibera. 

Quali aree interesserà il provvedimento (se l'intero perimetro del centro storico Unesco o soltanto alcune parti di esso) e quale tipo di attività non potranno ottenere la licenza (è ampio il settore delle attività di somministrazione) saranno i dettagli più interessanti da scoprire in sede di presentazione. D'altronde si parla di un atto che di fatto potrebbe rivoluzionare il mondo del commercio e del turismo napoletano e, proprio per questo, è destinato a far discutere la città e le forze politiche che, visto il mancato passaggio in consiglio, non hanno avuto la possibilità di intervenire sul provvedimento.

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E, a proposito del turismo, mentre il Comune interviene sulle attività di somministrazione, Manfredi spera che anche a Roma, il governo e il Parlamento muovano qualche passo per regolamentare bed and breakfast e affitta camere. 

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