Napoli, apre il primo «condominio sociale» promosso dal Comune

Il progetto, nato per accogliere persone anziane, singoli e nuclei familiari in condizione di disagio abitativo

San Nicola a Nilo
San Nicola a Nilo
Giovedì 28 Marzo 2024, 16:21 - Ultimo agg. 16:34
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Tutelare la residenza nel centro storico e favorire l'abitare collaborativo tra nuclei familiari fragili e anziani. Sono questi gli obiettivi del progetto Condominio Sociale di San Nicola a Nilo, il primo esperimento realizzato dell'amministrazione Manfredi volto a sviluppare un nuovo modello abitativo dove la cooperazione e la solidarietà reciproca fanno da leitmotiv.

Composto da 30 appartamenti, il Condominio Sociale entra nel vivo oggi attraverso la consegna delle prime abitazioni per una sperimentazione di due anni. Il progetto, nato per accogliere persone anziane, singoli e nuclei familiari in condizione di disagio abitativo ed in carico ai Servizi Sociali territoriali, è concepito per garantire l'autonomia della persona, la tutela degli spazi personali e si propone di superare i tradizionali modelli assistenziali, abbracciando un approccio partecipativo che promuove reti di supporto sociale.

Gli appartamenti, si spiega in una nota, non sono semplici unità abitative, ma sono concepiti come spazi di condivisione e inclusione.

Il progetto coinvolge, infatti, anche enti del terzo settore che si occuperanno di servizi come la portineria di quartiere e la lavanderia comune e realizzeranno programmi di promozione e accompagnamento sociale.

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«Il Condominio Sociale è un esperimento di co-housing intergenerazionale rivolto a persone che, abitando insieme, mettono a disposizione il proprio tempo e i propri talenti per sostenersi a vicenda - ha sottolineato Laura Lieto, vicesindaco di Napoli e assessore all'Urbanistica - È rivolto a famiglie in difficoltà economiche, composte da adulti e bambini, che si impegnano ad offrire assistenza e compagnia alle persone anziane che andranno ad abitare, come loro, nel condominio sociale. Questo progetto apre una strada su cui le città del futuro dovranno necessariamente misurarsi: quella della vita in comune, di un patto sociale e intergenerazionale che, dando vita auna nuova organizzazione del quotidiano, disegna spazi-in-comune e usano formule di gestione cooperativa della residenza, sostenendo quelli che vengono espulsi da processi di mercato o coloro che, invecchiando, hanno perso sostegni e reti familiari. Si tratta anche di un esperimento di tutela della residenzialità di tipo stanziale nel centro storico di Napoli, che controbilanci gli effetti del turismo di massa e contribuisca a mantenere la mixitè sociale che caratterizza da sempre quella parte di città"

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