Napoli, disabile cancellata dalla scuola: «Iscriverla è stato un errore»

Napoli, disabile cancellata dalla scuola: «Iscriverla è stato un errore»
di Maria Pirro
- Ultimo agg. 23 Dicembre, 11:12
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«Cancellata», a colpi di penna. Senza aggiungere una parola di scuse. Una ragazza disabile non può più frequentare il primo anno all’istituto superiore “Bassi” perché c’è stato un «errore» al momento dell’iscrizione: così scrive il preside nella lettera raccomandata inviata ai genitori di Cristiana Vanuri. Solo che il caso viene sollevato a distanza di mesi dall’inizio delle lezioni, e dopo che la famiglia ha presentato un esposto al commissariato di Chiaiano, segnalando altri disservizi tra i banchi. 

«Paga, chi non ha sbagliato», si dispera mamma Marinella, che mostra il documento con cui il preside l’avvisa: «Dall’analisi del fascicolo personale» è emerso che l’allieva, nata il 13 settembre 1995, all’atto dell’iscrizione, «non disponeva dei requisiti anagrafici necessari». Alla missiva è allegata una circolare del ministero dell’Istruzione che dal 2014 dispone che gli alunni disabili, già maggiorenni ma non in possesso del diploma di licenza media, seguano i corsi per adulti. Il risultato è il seguente: «In conformità al quadro normativo e giurisprudenziale vigente», la ragazza viene «cancellata dall’anagrafe» degli studenti dell’istituto. 

Il resto non importa. Non importa che la ragazza abbia frequentato con regolarità la scuola media al “Aganoor-Marconi” e, al termine del percorso formativo, le sia stato rilasciato un attestato per proseguire i corsi. Non importa neppure che alla studentessa sia stato assegnato a tempo pieno un insegnante di sostegno: «Ottenuto per sentenza sin dal 2005, il mio è stato uno dei primi ricorsi vinti in Italia», ricorda Marinella de Vita che, per difendere il diritto allo studio di sua figlia, deve lottare da sempre.

L’ultima battaglia, prima di questa: la mamma il 27 novembre presenta un esposto alla polizia per segnalare diversi disservizi irrisolti nell’istituto che poi si rivela attento ma a procedere su un fronte differente. «Addirittura giorno - racconta agli agenti -, mi hanno telefonato e chiesto di correre a scuola per accompagnare Cristiana in bagno. L’ho trovata già vestita, con il giubbotto addosso e lo zaino in spalla, pronta per essere messa in uscita. Ho dovuto rimetterle il pannolone per evitarle quell’agitazione».

Toni Nocchetti, presidente dell’associazione Tutti a scuola, chiede un’ispezione ministeriale: «È una vera regressione culturale cancellare dalla scuola un’allieva, per giunta disabile, e avvertire la famiglia con un telegramma». Incalza: «Di quale reato è colpevole l’alunna per meritarsi di smettere gli studi a metà dicembre? Com’è possibile che il preside non abbia pensato a un’altra modalità di comunicazione e, ancor prima, com’è possibile che la ragazza sia stata ammessa senza che nessuno si accorgesse di questa presunta anomalia?». 
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