«Napoli è una polveriera, sembra il Sudamerica»

La relazione di Frongillo, presidente della Corte d'Appello

La recente sparatoria alle Case Nuove
La recente sparatoria alle Case Nuove
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 26 Gennaio 2024, 22:59 - Ultimo agg. 28 Gennaio, 09:15
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Polveriera Napoli. La criminalità comune e quella organizzata, i minorenni che girano con le pistole, il fenomeno delle scorribande armate in strada, e - sullo sfondo - il clima pesante che grava come una cappa nera su Napoli e che crea sfiducia nella giustizia da parte dei cittadini: sono i temi affrontati ieri mattina da Eugenio Forgillo, presidente facente funzioni della Corte di Appello di Napoli e dal procuratore generale facente funzioni, Antonio Gialanella nel consueto appuntamento con i giornalisti che precede la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario.

«Napoli è come il Sudamerica, l'ondata di violenza metropolitana terrorizza la gente che è costretta a rintanarsi in casa», dice il presidente Forgillo fornendo i dati in chiaroscuro sulla tendenza dei reati nel distretto. Un affondo pesante, quello dell’alto magistrato che nella sua relazione dedica ampio spazio alla situazione esplosiva sul versante della sicurezza nel capoluogo campano.

Ma nel bilancio sull’anno che si chiude e sulle prospettive di quello che entra - e mentre il Parlamento discute la “riforma Nordio” - c’è spazio anche per un secondo allarme (non certo inedito): quello relativo alla carenza degli organici sia nella pianta giudiziaria che in quella amministrativa.

«Sebbene gli omicidi nell’ambito partenopeo risultino in calo - spiega il presidente della Corte d’Appello - ancora diffuso resta l’inqualificabile fenomeno delle cosiddette stese tra bande contrapposte.

Le forze dell’ordine segnalano che la camorra è profondamente radicata nel tessuto sociale del territorio ed è caratterizzata dalla presenza, da un lato, dei clan dominanti, principalmente orientati al perseguimento di interessi illeciti ad elevata redditività economico-finanziaria; e dall'altro di un numero elevato di gruppi minori che manifestano una elevata propensione al conflitto, rendendosi responsabili di quel noto gangsterismo urbano profondamente allarmante per la collettività, talvolta messa in pericolo da sparatorie in contesti altamente urbanizzati, con seri danni in danno degli incolpevoli passanti, com'è successo poco tempo fa con il raid che ha contato addirittura 80 colpi esplosi in pieno centro e in un orario ordinario».

«Il fenomeno delle stese - insiste - avvicina il nostro territorio più a quei paesi sudamericani che ad un paese dell'Occidente. Si tratta di un fenomeno che, a livello distrettuale, deve impensierire non poco chi di dovere per prendere qualche contromisura, per evitare che le persone evitino di uscire la sera, anche nel salotto buono della città». 

Le cifre e le statistiche indicano che - sebbene in calo nello scorso anno - tra Napoli e provincia sono state 3.201 le notizie di reato per lesioni dolose; 28 gli omicidi volontari consumati; 190 le violenze sessuali denunciate. Resta sostanzialmente immutato il dato dei furti: circa 64.500 mentre sono 805 le estorsioni denunciate. In calo i reati di contrabbando e i delitti informatici. 

Preoccupa ovviamente l’impennata di delitti che vedono sempre più minori coinvolti (+17%). Nelle informative ricevute la Polizia, gli investigatori evidenziano come «il fenomeno della devianza minorile abbia raggiunto consistenza tale da destare vivo allarme sociale in ragione della particolare gravità dei reati consumati, spesso connotati da spropositata violenza». E non è tutto: spesso si assiste anche ad una osmosi tra elementi giovani appartenenti a note famiglie camorristiche e bande comuni. Un allarme rilanciato anche dal Tribunale per i minori, che - sottolinea ancora Forgillo - «ci ha evidenziato il tangibile e diffuso malessere, in città come in provincia, in relazione a fenomeni di violenza o prepotenza e di bullismo davvero in costante crescita, in grado di avvelenare la pacifica convivenza civile». 

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Sempre più frequenti risse, con accoltellamenti e ferimenti con arma da fuoco perpetrati nei confronti di esponenti di aggregazioni giovanili. Tutto questo confluisce in un «sensibile incremento degli affari nel settore penale (+17,10%, ndr). I fatti che vedono protagonisti e vittime al tempo stesso i minori avvengono nei luoghi di grande aggregazione.

Lucida e attenta anche l’analisi del Pg Gialanella. «La penetrazione dell’impresa camorristica nell’economia è diventata potente - spiega - Non voglio dire che non ci siano ampi strati di società civile sani ma voglio sottolineare il dato dell’opacità. Accanto a imprese sane vi sono imprese di diretta emanazione criminale. Ha anche sottolineato che nel territorio del distretto «la criminalità comune e quella minorile non sono a compartimenti stagni, cioè l’una isolata dall’altra», aggiungendo che quella minorile costringe le forze dell’ordine ad un notevole dispiegamento di energie per il contrasto.

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