Napoli, gestiva il giro delle truffe dal carcere di Poggioreale: sette arresti

Il detenuto organizzava le operazione grazie a due cellulari nascosti in cella

Napoli, gestiva un giro di truffe dal carcere di Poggioreale: 7 arresti
Napoli, gestiva un giro di truffe dal carcere di Poggioreale: 7 arresti
Mercoledì 6 Marzo 2024, 14:16
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Un presunto gruppo criminale che avrebbe acquistato accessori di lusso (generalmente orologi) con assegni circolari risultati falsi (una cinquantina di episodi che avrebbero fruttato decine di migliaia di euro in pochi mesi) è stata individuata dalla polizia di Perugia.

Secondo quanto emerso dall'indagine - coordinata dalla procura guidata da Raffaele Cantone - a capo c'era un soggetto attualmente detenuto a Poggioreale, a Napoli, che nonostante la detenzione riusciva attraverso l'uso di cellulari a dirigere il gruppo e a tenere i contatti non solo con i complici ma anche con le presunte vittime. Il gip di Perugia ha quindi disposto sette misure cautelari in carcere e una dell'obbligo di dimora nei confronti di altrettanti soggetti, tutti residenti nella provincia di Napoli, per associazione per delinquere finalizzata alle truffe. Uno dei destinatari risulta irreperibile.

Le perquisizioni - riferisce sempre la procura - hanno portato al sequestro di due telefoni cellulari risultati in uso al detenuto nonché, presso le abitazioni degli indagati, gioielli, computer e numerosi appunti manoscritti. Le indagini hanno preso avvio da una denuncia presentata agli inizi dello scorso anno da un cittadino della provincia di Perugia il quale, dopo aver messo in vendita il proprio orologio di significativo valore, su un sito di e-commerce, era stato contattato da un soggetto che aveva manifestato interesse all'acquisito. Raggiunto l'accordo, l'orologio veniva è stato pagato con un assegno circolare di oltre 8 mila euro risultato poi falso. 

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I successivi accertamenti svolti dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica polizia postale e delle comunicazioni di Perugia hanno consentito di svelare - ritengono gli inquirenti - un presunto sodalizio criminale composto da uomini e donne, anche parenti tra loro, ognuno risultato con compiti ben delineati, in grado di acquistare gli accessori di lusso con assegni circolari falsi.

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