«Il responsabile Centro nazionale trapianti analizzando la vicenda della chiusura al Monaldi del Centro trapianti napoletano - sottolinea Dafne Palmieri, portavoce del Comitato - dice che già dal 2014 aveva individuato notevoli criticità organizzative, e ci ha addirittura raccontato di un cuore arrivato per una bambina e non trapiantato. Ma non ha ritenuto di dover intervenire. Nanni Costa, responsabile nazionale del Centro Trapianti, chiamato dal prof. Calabrò nel 2014 per supportare il processo riorganizzativo in Campania, denuncia i vertici regionali per le inadempienze normative ed organizzative e i medici dell'ospedale per le problematiche relative all'organizzazione del centro».
«E' incredibile - aggiunge Palmieri - pretendono che noi crediamo che il problema della chiusura sia l'incapacità di collaborare tra medici. L'arrivo del nuovo primario della Cardiochirurgia ci faceva sperare in una ottimizzazione del processo, non ci aspettavamo che anche lui fosse utilizzato per finire di smantellare il Centro trapianti, in ogni caso non è sua la responsabilità dello spostamento degli esperti di trapianti pediatrici in altri reparti. Riteniamo gravissimo che chi ha la responsabilità di governare affermi una simile cosa: non sono stati garantiti i processi di ottimizzazione per l'integrazione delle competenze e dei reparti. Si creino le condizioni perché questo accada altrimenti si dimettano: non i singoli medici, ma i dirigenti che non sono capaci di governare il processo».
I genitori dei bambini trapiantati della Campania non hanno dubbi: «Eccellenti professionalità e competenze sono state buttate al vento.
In questi anni abbiano assistito ad un drammatico declino dei trapianti cardiaci: da 30 a poco più della metà. Da primo centro in Italia nel 2013 a centro che in un anno riesce a smaltire solo un terzo della lista, da un picco di 4 trapianti pediatrici nel 2014 alla sospensione della attività».