Napoli, rissa tra tassisti via Depretis: calci e pugni per punire chi usa l'app Uber

La denuncia di Borrelli e Simeoli: «Gli aggressori vanno identificati e denunciati»

La rissa tra tassisti via Depretis
La rissa tra tassisti via Depretis
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 20 Aprile 2023, 11:00 - Ultimo agg. 16:03
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Tassisti teppisti. È una scena che non fa certo onore alla categoria dei conducenti delle auto bianche quella ripresa e rilanciata sui canali social l'altra sera, quando sono volati insulti, minacce e soprattutto botte da orbi. Un caso che non può essere trascurato dalle forze dell'ordine, ma anche dai responsabili del Corso pubblico del Comune di Napoli.

Veniamo ai fatti. Tutto accade nella serata di lunedì, nel centro di Napoli, e per di più sotto non lontano da una caserma della Guardia di Finanza. E così via Depretis si trasforma in un ring: succede quando un gruppo di energumeni si scaglia contro un altro tassista, colpevole di appartenere ad una sigla di cooperativa diversa dalla loro, e soprattutto rea di lavorare in accordi commerciali anche con Uber.

Vecchie e nuove ruggini scatenano un parapiglia, sotto gli occhi di decine di testimoni e di passanti e automobilisti terrorizzati.

Qualcuno registra anche le fasi di quella che assume tutti i contorni di una vera e propria spedizione punitiva: lo fa filmando le fasi del linciaggio con il solito telefonino. il video diventa virale, viene rilanciato sui social e del caso se ne occupa il parlamentare verde Francesco Emilio Borrelli.

La scena si svolge in via Depretis, probabilmente in uno dei punti di stazionamento dei taxi, almeno così sembra osservando la disposizione di alcune auto bianche in fila accostate al marciapiedi. È notte, ma non è possibile individuare l'orario preciso. All'improvviso un gruppo circonda e aggredisce brutalmente un uomo, anche lui è un tassista. Volano parole pesanti e poi il gruppaccio si scaglia con calci, pugni e testate sull'uomo solo, che non riesce a difendersi. In un secondo video, poi, si riconoscono bene anche gli aggressori.

L'obiettivo del raid capitola in pochi secondi. Pare che dopo aver subito il pestaggio si sia recato in ospedale per farsi refertare le ferite: ha subìto danni alla milza. 

Sul gravissimo episodio interviene Francesco Emilio Borrelli: «Un gruppo di tassisti lavorano per Uber e vengono picchiati da alcuni colleghi in un vero e proprio agguato - spiega, corredando l'episodio con un altro video (nel quale però sono schermati i volti dei responsabili) - Le immagini choc sono state registrate a Napoli».

In una nota diffusa e firmata anche dal conduttore radiofonico Gianni Simioli si legge: «Violenza inaudita. Gli aggressori vanno identificati e denunciati».

«A Napoli - proseguono Borrelli e Simioli - come dimostrano alcune immagini di una videocamera, è scoppiata l'altra notte una furibonda rissa tra diversi tassisti. Secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, la notte tra il 17 ed il 18 aprile due tassisti sarebbero stati aggrediti in via Depretis da alcuni loro colleghi ed il motivo sarebbe legato al fatto che i due aggrediti lavorerebbero con un radiotaxi partner di Uber».

«Una violenza assurda ed ingiustificata che non si può assolutamente tollerare - concludono - Gli aggressori vanno tutti identificati e denunciati. Le vittime sono state ricoverate in ospedale e ci sarebbero delle indagini in corso per identificare i responsabili di questa vile aggressione. Ci aspettiamo condanne severe. Chi vuol far prevalere le proprie ragioni affidandosi alla violenza deve essere condannato, non può essere giustificato e non può svolgere questa attività».

Video

Naturalmente non si deve mai generalizzare, guai a condannare un'intera categoria. Ma questo agghiacciante linciaggio non può restare impunito, e pur senza infangare chi lavora onestamente sulle auto bianche, serve un'indagine rapida e rigorosa. Anche da parte del Comune.

E proprio la stragrande maggioranza di tassisti onesti si ribella a questa violenza para-camorristica. «E questi li chiamiamo colleghi? - scrive un conducente sui social - Un ragazzo che lavora solo da sette mesi sul taxi viene massacrato di botte, riporta una lesione alla milza e tre punti di sutura sull'occhio, e viene ritenuto colpevole solo per aver scelto una sigla di cooperativa? Vergogna!». 

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