Napoli. Ucciso vicino all'università: guerra per le tangenti e business delle moto in sosta

Napoli. Ucciso vicino all'università: guerra per le tangenti e business delle moto in sosta
di Leandro Del Gaudio
Martedì 19 Maggio 2015, 12:52 - Ultimo agg. 15:46
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Strano modo per uccidere un uomo, specie qui a Napoli, dove la morte - specie se camorrista - è plateale, rumorosa, pirotecnica. Un solo colpo alla nuca, neanche il tempo di capire che la fine è arrivata, neanche il tempo di realizzare. Un agguato per eliminare un personaggio diventato scomodo da qualche tempo, specie nella particolare riorganizzazione criminale nella parte nobile del centro storico cittadino. Zona universitaria, bar e paninoteche, piccoli insediamenti artigianali, un volume di affari su cui qualcuno ha interesse di chiudere i conti. Eccolo lo scenario legato alla morte del 24enne Gennaro Fittipaldi, colpito in un androne del palazzo in cui abitava a pochi passi da via Porta di Massa, nel pieno del via vai di studenti della Federico II.

Informativa della Mobile, viene interessata la Dda di Napoli, guidata dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, si scava su un gruppetto di ventenni in cui era probabilmente inserito Gennaro Fittipaldi.

Si lavora a partire da un precedente, l’estorsione consumata a danno di un negozio gestito da pakistani nel 2010, un reato che gli costò denunce e arresti.

Negli ultimi tempi, la zona dell’università è tornata ad interessare la camorra, proprio in vista del volume di affari che quello spaccato metropolitano è in grado di assicurare. Fino a qualche tempo fa - anno 2005 - l’università che fa angolo con via Mezzocannone veniva indicata come un confine naturale per gli interessi estorsivi di due clan - i Misso e i Mazzarella - che avevano siglato la tregua cittadina proprio usando come spartiacque la facoltà di Giurisprudenza.

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