Policlinico Vanvitelli di Napoli, dopo i ritardi sprint sul pronto soccorso

Vertice tra il rettore Nicoletti e il manager Russo: via alla fase due

I nuovi locali del pronto soccorso
I nuovi locali del pronto soccorso
di Ettore Mautone
Martedì 4 Luglio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:21
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Prove tecniche di pronto soccorso: l'azienda ospedaliera universitaria dell'Ateneo Vanvitelli (il Policlinico del centro storico) accelera e dopo la posa della prima pietra del trauma center diretto da Massimo Mariconda, pianificato nel policlinico collinare di via Pansini, non vuole essere da meno. Ieri - dopo oltre un anno di stasi dalla conclusione dei lavori di ristrutturazione di un reparto al piano terra dell'ex Ostetricia costato 2,7 milioni, deputato a diventare l'area del triage di questa nuova emergency del centro storico - il manager dell'azienda Ferdinando Russo, il Rettore Gianfranco Nicoletti e i capi dei dipartimenti assistenziali integrati si sono riuniti. Un lungo faccia a faccia per definire i percorsi interni e verificare che tutto quello che c'è dietro la prima linea di un grande pronto soccorso sia concretamente attivabile. «Un vertice molto positivo - commenta il direttore generale Russo - i responsabili dei dipartimenti sono tutti concordi e motivati ad andare avanti nel solco fin qui tracciato per aprire un pronto soccorso vero alla vasta utenza del centro storico». 

La realtà è che i cittadini napoletani allo stato attuale sono privati di due Dea (Dipartimenti di emergenza e urgenza) di I livello previsti dal Piano ospedaliero al San Giovanni Bosco e al Loreto nuovo.

Strutture finite nel tritacarne della pandemia, prima trasformate in Covid center e ora tornate nella rete assistenziale della Asl Napoli 1 ma privi della principale porta di ingresso, il Pronto soccorso appunto, a causa delle carenze di personale. 

Nell'arco delle prossime 24 ore i docenti e i direttori di dipartimento dettaglieranno in un documento di sintesi tutti i processi organizzativi, i fabbisogni di personale medico e soprattutto infermieristico e tecnico necessari per rendere operativa la prima linea del policlinico di Piazza Miraglia. Un documento che dovrebbe essere consegnato a stretto giro alla struttura tecnica regionale e al vertice politico di Palazzo Santa Lucia. A Vincenzo De Luca spetta ovviamente l'ultima parola: ogni decisione finale dovrà essere verificata anche in merito alle coperture economiche e finanziarie contenute nel Piano di fattibilità in corso di stesura. De Luca, nella presentazione nell'Aula magna della Scuola di medicina dell'altro Ateneo, il 27 giugno scorso, per la prima volta da anni ha pronunciato parole di apertura sulla necessità di aprire i policlinici universitari alle reti dell'emergenza. 

«I tempi sono maturi» ha detto il governatore pur sottolineando tutte le riserve e le necessità di verifica della sostenibilità in termini di risorse finanziarie e di personale. Proprio quest'ultimo nodo è diventato il principale scoglio da superare. «Per le apparecchiature, i costi in gran parte cercheremo di accollarceli noi come Ateneo - avverte il Rettore Nicoletti - abbiamo già acquistato una Tac che sarà dedicata al pronto soccorso ma è chiaro che tutto il resto, dai letti ai carrelli, ai monitor hanno un uso assistenziale prevalente e rientrano nei finanziamenti da prevedere nell'intesa con la Regione. Ho ascoltato attentamente quanto dichiarato da De Luca nel corso della inaugurazione del cantiere del trauma center del policlinico collinare. Ha ragione quando dice che non bisogna prendere in giro i cittadini ed essere concretamente centrati sui nodi organizzativi, strumentali e di personale. Il nostro intento è farci trovare pronti, dimostrare che siamo in grado di aprire in tempi ragionevolmente brevi se vi fossero le precondizioni politiche e finanziarie». Il pronto soccorso dell'altro policlinico in collina? «Ben venga, siamo pronti a lavorare in sintonia come se fossimo un unico Ateneo ancorché divisi in due poli fisici. In collina del resto abbiamo molti padiglioni e servizi». Realizzare un pronto soccorso nei policlinici universitari sarebbe indubbiamente una svolta per la sanità campana. Le cittadelle universitarie sono complete per tutte le discipline, possono contare su centinaia se non migliaia di medici in formazione. 

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Le convenzioni stipulate da anni con altri pronto soccorso non sanano alcune falle segnalate dall'Osservatorio nazionale sulle Scuole di specializzazione che, anche nell'ultimo rapporto spedito alle due Scuole, segnalano la sostanziale e reiterata violazione delle norme dichiarandole di fatto fuorilegge. «Senza nuovi pronto soccorso la città di Napoli e la sua provincia saranno sempre sotto stress e la rete dell'emergenza sull'orlo del tracollo. In particolare il Cardarelli si troverà sempre in situazioni estreme perché è il più grande ospedale del Mezzogiorno dove si reca chiunque spesso non avendo alternative valide». Così il deputato verdi sinistra Francesco Emilio Borrelli

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