Procura di Napoli, svolta Gratteri arrivano i nuovi capi di “mani pulite” e Dda

Ecco le mosse del nuovo procuratore dopo due mesi al Centro direzionale

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Giovedì 21 Dicembre 2023, 23:56 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 19:09
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Cambiano le deleghe della più importante Procura d’Italia. A cento giorni dall’arrivo a Napoli, il procuratore Nicola Gratteri ridisegna le deleghe per la guida degli uffici chiave. Per due mesi e mezzo ha ascoltato i propri collaboratori, ha studiato richieste e attitudini, per dare il suo imprinting all’ufficio inquirente napoletano. Ecco le prime mosse formalizzate in questi giorni: il procuratore aggiunto Sergio Amato lascia il pool sicurezza urbana (scippi, rapine, reati predatori in genere) e va a guidare il pool reati contro la pubblica amministrazione.

Una sorta di ritorno alle origini, dal momento che da pm (ad Avellino e a Napoli) Amato ha svolto delicate indagini che hanno coinvolto colletti bianchi.

Ora c’è la sfida del pool mani pulite, in una stagione segnata da un livello di attenzione altissimo per i finanziamenti pubblici, all’indomani dell’approvazione delle nuove rate del Pnrr. 

Uno spostamento che ha reso possibile una sorta di effetto domino, con un turn over tra gli altri procuratori aggiunti presenti in Procura, anche alla luce di due nuovi innesti. Cambia infatti la guida della Dda di Napoli, con il prossimo ritorno a Napoli nella veste di procuratore aggiunto di Michele Del Prete, per anni in forza all’anticamorra del Centro direzionale. Del Prete lascia la Procura nazionale antimafia (dove ha lavorato gomito a gomito con il procuratore Gianni Melillo), per venire a coordinare uno dei due pool che lavorano al contrasto dei clan di Napoli e dell’area metropolitana.  Un lavoro che verrà svolto accanto al collega Sergio Ferrigno, che - nei mesi precedenti l’arrivo a Napoli di Gratteri - ha svolto il ruolo di vicario.

Ma restiamo ai ruoli chiave in questa prima definizione delle deleghe voluta dal Procuratore. Lascia il pool reati in materia di Urbanistica il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, che andrà ad occuparsi di criminalità predatoria, nel tentativo di arginare gli assalti che mettono quotidianamente al repentaglio la sicurezza urbana. 

A guidare la sezione reati urbanistici è una new entry per la Procura di Napoli, vale a dire l’aggiunto Antonio Ricci, che - un paio di mesi fa - ha lasciato la Procura di Vallo della Lucania. Anche in questo caso, si tratta di un gruppo di lavoro chiamato ad intervenire su gravi episodi di abusivismo che hanno violato il nostro territorio. Proprio in materia di abusivismo, non si è mai fermata in questi anni la macchina degli abbattimenti di edifici ritenuti abusivi, all’indomani di processi che si sono chiusi in via definitiva con la condanna di proprietari e costruttori. La ruspa è sempre stata in funzione, raggiungendo cifre record, come nel caso degli abbattimenti di edifici o strutture abusive nell’ultimo anno: nel 2023 sono state completate le demolizioni di 117 edifici, pari a una superficie di 41mila metri quadrati. 

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Poche mosse per plasmare l’ufficio inquirente e ridisegnare le competenze, alla luce di una stretegia che fa leva su un punto in particolare: il lavoro di squadra, nel tentativo di dare risposte efficaci ai cittadini del distretto di corte di appello di Napoli. E non è un caso che il procuratore Gratteri ha in più di una occasione battuto su un punto in particolare: non esistono sezioni di serie A e di serie B, non esistono pool più prestigiosi rispetto agli altri. In più di un’occasione, ha ricordato l’importanza di creare un’anima comune, un sentimento corale che possa superare le rispettive specializzazioni per rendere armonica ed efficace l’azione investigativa sul nostro territorio. In una recente riunione con i vertici della Curia, in vista della salvaguardia del patrimonio ecclesiastico (parliamo di beni monumentali soggetti ad anni di abbandono), il magistrato calabrese ha spiegato che alcuni reati «non si combattono solo sfogliando il codice, ma anche e soprattutto facendo leva sul sentimento, sul trasporto del cuore, per proiettare il proprio lavoro a difesa del territorio e delle esigenze di giustizia dell’intera collettività. 

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