Guerra e fuga: all’orizzonte c’è l’opzione «tendopoli». Sono circa «100mila», secondo le stime di Comune e Coordinamento dei consoli diplomatici esteri in Italia, i rifugiati previsti a Napoli e in Campania. La macchina dell’accoglienza è sempre più larga in città: b&b, l’Università Vanvitelli, la Caritas, la Diocesi, Sant’Egidio, i consolati e il Comune lavorano non stop per organizzare gli arrivi. Già 800 famiglie napoletane hanno offerto ospitalità per i profughi. Ma «quello che stiamo per fronteggiare è un vero e proprio esodo». A parlare è l’assessore alle Politiche Sociali Luca Trapanese. «A questo punto - prosegue - credo si possa pensare all’allestimento di una tendopoli a Napoli per accogliere gli ucraini».
A indurre il Comune verso l’ipotesi tendopoli è la portata dei numeri degli ucraini già arrivati o in arrivo. Fino a ieri pomeriggio, i registrati in consolato erano 203, tutti dotati di alloggi. In realtà sono molti di più, già ospitati dai parenti o da italiani. «I 600 posti nelle strutture verranno esauriti subito - continua Trapanese - Allora passeremo alle famiglie private, 800, che ci hanno dato disponibilità via mail. Di queste, un terzo circa ha offerto case vuote a disposizione dei rifugiati a costo zero. Si aspettano 800mila persone in Italia. Se ognuno dei circa 45mila ucraini regolari sul territorio di città metropolitana di Napoli ospitasse qualcuno, avremmo 100mila arrivi. Nel prossimo incontro in Prefettura parlerò dell’ipotesi tendopoli. Finora siamo stati bravi, ma bisogna cambiare qualcosa per l’esodo in arrivo. Ad oggi sono stati sistemati tanti rifugiati, ma sono pochi rispetto a chi si è ricongiunto con i parenti. Li invitiamo a passare per il consolato, loro hanno il diritto di richiedere asilo politico, e richiedere i documenti». Intanto l’Ateneo Vanvitelli è pronto ad accogliere 20 studenti ucraini. Alloggio, cellulare, notebook e borse di studio da 500 euro al mese per «offrire protezione e l’opportunità di continuare gli studi», annuncia il rettore Gianfranco Nicoletti.
Guerra e Covid si incrociano nell’esodo. Sono tanti gli ucraini già arrivati in autonomia, e molti di loro sono vaccinati con Sputnik, non riconosciuto in Italia. «Massima disponibilità ad accogliere profughi ucraini - dice il governatore Vincenzo De Luca - abbiamo già oggi decine, centinaia di profughi.
L’arcivescovo don Mimmo Battaglia, l’assessore alla Salute Vincenzo Santagada, il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola, i consoli tra gli altri di Ucraina, Francia, Polonia e Spagna, hanno partecipato ieri a un incontro strategico e di riflessione all’Istituto Italiano di cultura organizzato da Gennaro Famiglietti, console generale di Bulgaria e coordinatore dei consoli diplomatici esteri in Italia. Famiglietti, riguardo agli arrivi, fa la stessa stima di Trapanese. «Saranno 100mila, probabilmente, i rifugiati ucraini. Dobbiamo spingere per rilanciare la voce della diplomazia e stare vicino con ogni mezzo al popolo ucraino». «Serve che l’Europa intervenga con la no-fly zone - dice, provato, il console di Kiev Kovalenko - questa guerra non è contro l’Ucraina, ma contro i valori democratici della Ue». «Pace a te, amata Ucraina, cuore d’Europa - afferma Battaglia - Quest’anno la Pasqua dovrà arrivare prima: chiedo ai fratelli sacerdoti di suonare le campane a festa nel giorno del cessate il fuoco».